Asfissia meccanica violenta. Così sono morte – strangolate – Maria Sofia e Gaia, le due sorelline di Gela uccise dalla madre lo scorso martedì. È quanto emerge da una prima ispezione cadaverica. Per la donna omicida, Giuseppa Savatta, 41 anni è stato convalidato il fermo con l’accusa di omicidio aggravato in danno dei propri discendenti. Questa mattina la Procura ha incontrato i giornalisti confermando che “la donna si è assunta la responsabilità del tragico gesto”. “Le indagini sono ancora in corso – ha detto il Procuratore Fernando Asero -. Tra sessanta giorni avremo l’esito dell’autopsia”.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri a trovare i corpicini delle due bambine è stato il padre, Vincenzo Trainito, 48 anni, uscito alle otto di casa e rientrato mezz’ora prima del previsto dall’ufficio; lo stesso che ha salvato la moglie dal suicidio. La donna, dopo essersi cosparsa di candeggina, nella vasca da bagno, tentava di strozzarsi con il flessibile della doccia mentre si feriva con un coltello.
“Quello di Giuseppa Savatta è un profilo da valutare e approfondire dal punto di vista psichiatrico. Non ci sono elementi concreti per capire che sarebbe potuta arrivare a questo gesto”, ha aggiunto il procuratore. “Si cerca ancora un movente – ha detto il colonnello dell’arma dei Carabinieri Gerardo Petitto -. Abbiamo scandagliato la rete di relazioni della signora, anche attraverso i parenti, per cercare di capire cosa abbia maturato in lei la terribile tragedia”.
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