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“Nella patria del diritto qualcosa non funziona più”

Nel giro di 24 ore  il Senato della Repubblica è stato chiamato a decidere sulla sorte  del Ministro Luca Lotti e del Senatore Augusto Minzolini.
Due casi diversi nella sostanza : il primo per un avviso di garanzia ricevuto, il secondo per valutare gli effetti di una sentenza di condanna passata in giudicato.
Il Senato ha trattato i due problemi nello stesso modo, graziando entrambi gli interessati.
Molte volte il Parlamento è stato chiamato a decidere sulla sorte di parlamentari con decisioni discutibili, non tanto per la tipologia dei fatti rappresentati, quanto per l’appartenenza alle diverse aree politiche.
A pagare il prezzo più caro è stato Berlusconi estromesso dal Senato che ha applicato per la prima volta, nei suoi confronti, la famosa legge Severino.
Senza voler entrare nel merito dei numerosi casi verificatisi nell’ultimo ventennio , ancor prima dell’entrata in vigore della richiamata legge, non possiamo non sottolineare  che il comportamento delle nostre massime Istituzioni rappresentative non è stato sempre coerente.
I due casi recentemente trattati, come più sopra  chiarito, erano di natura ben diversa: Un avviso di reato non può essere valutato alla stessa stregua di una condanna passata in giudicato, per un reato di peculato a danno dello Stato.
Ma il nostro Parlamento si è sempre distinto nella “particolare”interpretazione delle norme.
Nel novembre 2012 nel corso della discussione sulla legge di stabilità il Parlamento  ne ha interrotto l’esame per approvare la modifica della legge riguardante  il reato di diffamazione a mezzo stampa, per non consentire l’arresto di Alessandro Sallusti, direttore di giornale,  condannato in via definitiva.
In quell’occasione il Parlamento andò aldilà di ogni aspettativa e, per  aggirare  il principio della non retroattività della legge, modificò differenziandolo il reato di calunnia, se commesso dal privato cittadino o da un giornalista, con una norma che modificava l’effetto di una sentenza già passata in giudicato.
Un Parlamento serio, è non è nel nostro caso, deve sempre legiferare nell’interesse generale e deve rispettare  il principio costituzionale di “non colpevolezza” fino a sentenza passata in giudicato, che  è uguale per tutti i cittadini, parlamentari compresi.
Il nostro paese era riconosciuto come “ la Patria del diritto”, evidentemente nella Patria del diritto qualcosa non funziona più.
angiolo alerci
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