“L’utilità dell’ impegno sociale.”

“L’utilità dell’ impegno sociale.”

E’ necessario, oltre che utile, che sin da piccoli si venga educati a rivolgere la mente e il proprio interesse verso attività finalizzate all’ impegno sociale in modo da arricchire la propria crescita intellettuale e spirituale. Così si possono acquisire e/o sviluppare quelle virtù sociali indispensabili a prevenire eventuali disimpegni che da grandi potrebbero manifestarsi per la mancanza di adeguati valori di riferimento.
Essere cresciuti privi di modelli sociali cui rapportarsi o di esempi relazionali da imitare può facilmente ingenerare disinteresse per l’impegno sociale o scarsa attitudine al donarsi o al dare agli altri qualcosa di sé, anche difficoltà a relazionarsi e magari, nel peggiore dei casi, abitudini a delinquere che risultano dannosi, oltre che per la società in generale, anche per se stessi.
Se si cresce, invece, in un ambiente familiare e sociale improntato a sani principi morali e formato su modelli condivisibili di riferimento, cioè sul rispetto dei doveri individuali e collettivi, tra i quali il riconoscimento del proprio e dell’altrui ruolo, lo studio dei saperi indispensabili per la crescita civile ed umana, vale a dire la disponibilità all’ apprendimento delle competenze spendibili nel mondo del lavoro e nelle relazioni sociali, certamente da grandi si è più predisposti o vocati all’ impegno verso gli altri.
La società, lo Stato, hanno indiscutibilmente bisogno di cittadini educati all’ impegno sociale, cioè preparati a svolgere liberamente, dal più umile di loro al più elevato, dal più ricco al più povero, il necessario servizio per il raggiungimento del benessere collettivo.
Dall’ impegno di tutti, infatti, la società, lo Stato, il mondo in generale, possono progredire e anche raggiungere i più alti e significativi risultati e l’esperienza ce l’insegna, ne è maestra di vita.
Al riguardo non ci possono essere dubbi o confusione di alcun genere.
Ognuno di noi, sin da piccolo, deve imparare a fare il suo dovere, nel rispetto delle sue capacità e attitudini, dei mezzi a disposizione e dell’ambiente in cui opera.
In questo contesto molto possono e debbono fare la famiglia e lo Stato, ciascuno per il compito loro assegnato dalle leggi e in base alle necessità generali, anche se ciò non esclude, né tantomeno legittima, il disimpegno personale di ognuno di noi.
Anche se viviamo in un periodo storico ove l’impegno personale a dare il meglio di sé per il benessere generale è diventato un optional spendibile soltanto quando è conveniente per noi stessi, tuttavia la società, lo Stato, il mondo intero hanno bisogno che tutti noi ci impegniamo al massimo per il suo raggiungimento.
Data la situazione attuale di degrado morale e civile, di disaffezione verso le istituzioni e i politici, c’è l’estremo bisogno e la necessità indifferibile di un cambiamento radicale nei comportamenti individuali e sociali a favore dell’impegno collettivo perché così facendo i benefici saranno di tutti.
Gli apatici, i fannulloni, i parassiti in particolare, sono un fardello pesante che nessun Stato può tollerare, pena inevitabilmente il suo dissesto economico e il suo tracollo morale e sociale.
Il progresso delle Nazioni è di certo maggiore con il contributo di tutti, specialmente quando ciascuno di noi dà il meglio di se stesso.
L’ esempio, senza ma e senza se, senza scusanti o tatticismi, lo dobbiamo dare noi per primi, così pure i politici e tutti coloro che hanno un ruolo pubblico.
Se ciò accade raramente, non bisogna mai disperare.
Per cambiare non è mai tardi, sol che non dobbiamo scordarlo mai.
di Giuseppe Sammartino
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