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Le incognite Monte dei Paschi Siena di Luca Galante

Galante-Luca

Perfetto. Dopo l’ultimo annunciato, prevedibile, fallimento del pur ottimo a.d. Morelli alla vana ricerca di capitale in giro per i mercati, si è deciso di coprire l’enorme buco delle banche italiane con un’emissione di debito pubblico.

Una banca, di queste dimensioni, nazionalizzata potrebbe essere la spinta che mancava al rilancio dell’economia nazionale.

Ottimo. Era la via migliore. Ma non si può fare, o meglio non si potrebbe fare per quelle stesse regole europee che hanno causato la caduta di Banca Etruria, lo scandalo Boschi, la perdita dei risparmi per migliaia di piccoli risparmiatori ed il suicidio di un uomo privato all’improvviso dei risparmi di una vita. Non si può fare, o meglio non si potrebbe fare, per le regole del bail in. Le abbiamo imparate tutti… Quando una banca va a rotoli a rimetterci sono prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti subordinati, poi gli obbligazionisti ordinari ed infine i correntisti con più di 100 mila euro.

Ma in questo caso si è deciso di utilizzare un doppiopesismo tipicamente italiano seppur avallato dai cavilli politichesi di Bruxelles.

Perché? La risposta è facile anche se trasuda ingiustizia da ogni parte. Perché MPS è così grande che una sua caduta avrebbe coinvolto l’intero sistema economico italiano già storicamente fragilissimo. Basti pensare che i titoli MPS, sia azioni che obbligazioni, sono nel portafoglio di tutti i principali gruppi finanziari italiani che avrebbero quindi dovuto considerarli, in caso di default, alla stregua di carta straccia e portare in bilancio perdite colossali. Tutta l’economia ne avrebbe risentito. I posti di lavoro sarebbero diminuiti, le tariffe sarebbero aumentate, la borsa sarebbe crollata, lo spread sarebbe salito alle stelle… da non pensarci.

Invece è interessante pensare a come si comporterà l’Europa dinanzi a questa situazione. Accetterà che l’Italia, sempre l’Italia, deroghi a delle importanti regole comunitarie bancarie e di bilancio pur di non compromettere il suo sistema finanziario, magari usando qualche artificio dialettico tipo “prestito ponte” o “paracadute finanziario” o chissà cosa? Oppure si imporrà per il rispetto delle regole del bail in?

Ad oggi sembra che la prima strada sia favorita e che l’Europa girerà la testa dall’altra parte mentre lo Stato italiano entra con quote di maggioranza nell’azionariato della terza banca italiana, ma potrebbe esserci un problema.

L’Europa potrebbe obbligarci a non pagare il salvataggio delle banche facendo debito, e non sarebbe neanche una gran notizia poiché è da sempre che da Bruxelles ci chiedono di abbassare (giustamente dal loro punto di vista) il debito pubblico e noi non lo facciamo. Quindi potremmo trovarci in condizione di dover reperire almeno 4/5 miliardi a strettissimo giro per ripianare MPS e restare nelle scadenze della BCE. Dove potrebbe mai lo Stato italiano trovare questa cifra praticamente cash? Contanti? Temo che un’azione sui conti correnti sarebbe l’unica. Da brividi. Una possibilità remota ma da brividi.

Luca Galante

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