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La visita della Commissione nazionale Antimafia ad Enna

Enna. La cittadinanza ennese apprende, ma  già lo sapeva e lo sapeva bene, che il territorio non è scevro della presenza del fenomeno mafioso. Lo ha detto ieri solennemente in conferenza stampa il presidente della Commissione nazionale antimafia Rosi Bindi a conclusione di una tre giorni che ha visto il consesso, del quale erano presenti ad Enns il vice presidente Claudio Fava e i parlamentari Salvatore Torrisi, Angelo  Attaguile, Giulia Sarti e Mario Michele Giarrusso. Una mafia, aggiungiamo noi,  che, pur permanendo nel suo ruolo di “antistato” oggi tende ad incunearsi, anche ad Enna, negli apparati dello Stato e della  politica, sempre più e, come ha fatto capire la stessa Bindi, con una figura nuova, ancora da individuare, che sarebbe succeduta all’avv. Bevilacqua attualmente recluso.
Un boss nuovo stampo, un colletto bianco, in sintonia con la svolta voluta da Provenzano e attuata dall’attuale capo Messina Denaro, ovvero quella di passare ad una strategia della distensione. Ad  Enna quindi il nuovo capo potrebbe essere  una sorta di incrocio fra il colto Bevilacqua e l’ignorante ma furbo  e spietato,  versione “Riina”, Gaetano Leonardo. Una figura intelligente e colta  che andrebbe a pilotare le truffe sui finanziamenti dell’Unione Europea (nuovo business) , contro le quali ha lavorato e sta lavorando alacremente la Guardia di di Finanza, ma anche la gestione del mercato dei grossi quantitativi di droga, i cui proventi verrebbero riciclati dai mafiosi, contro i quali stanno  lavorando in maniera incisiva i Carabinieri e la Questura.E la Commissione ha ascoltato l’attenta e precisa relazione del Prefetto Maria Rita Leonardi che si è avvalsa dei rapporti delle procure di Enna  Caltanissetta  guidate da Massimo Palmeri Sergio Lari e delle forze dell’ordine guidate ad Enna da Antonio Romeo, Giuseppe Licari e Paolo Puntel.  E la mafia ennese, ha detto la Bindi, si è fatta sentire, anche durante l’Expo di Milano, ma il deputato nazionale ha soprattutto stigmatizzato la gestione dell’acqua e dei rifiuti, nella quale  sarebbe  ipotizzata la presenza di organizzazioni mafiose. La Bindi ha sottolineato l’importanza del lavoro che devono fare l’Ati e l’Ato presiedute rispettivamente dal sindaco di Enna Dipietro e dal presidente della Commissione speciale antimafia europea Sonia Alfano. . Un giornalista ha fatto presente che il sindaco di Enna, prima di essere eletto aveva fatto un esposto nei confronti della Società che gestisce il Servizio idrico integrato nell’ennese (Acqua Enna) per anomalie riscontrate nel pagamento del canone di concessione e che per lo stesso non vi sarebbero ancora notizie. Noi abbiamo fatto presente che nella gestione degli affari e nelle presunte contiguità con la mafia in provincia quasi tutte le forze politiche sarebbero state coinvolte nel passato ma l’onorevole Bindi, ha opportunamente precisato che non tutti i politici sono mafiosi o corrotti. Interessante l’intervento del pentastellato Mario Michele Giarrusso, che ha sottolineato come Enna costituisca cerniera fra la mafia della Sicilia occidentale è quella della Sicilia orientale e come nel territorio degli aerei vi siano ancora molte zone d’ombra. Il presidente Bindi  ha concluso dicendo che la Commissione  è intervenuta soprattuto  monitorando la carenza degli organici e invitando  le forze di giustizia a non abbassare il livello di guardia. Infine ha tuonato che la mafia si combatte anche con le infrastrutture e con il lavoro.
Mario Antonio Pagaria
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