La Storia del latifondo Siciliano, Borgo Cascino, tra Enna e Caltanissetta | La Gazzetta Ennese

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La Storia del latifondo Siciliano, Borgo Cascino, tra Enna e Caltanissetta
La Storia del latifondo Siciliano, Borgo Cascino, tra Enna e Caltanissetta
— 11 luglio 2015
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Enna Borgo Cascino
Per gentile concessione di Villapriolo News
Il Borgo Antonino Cascino, anche noto semplicemente come Borgo Cascino, è una frazione di 50 abitanti, dista circa 12 km dalla città di Enna, è uno tra i più antichi e importanti borghi della provincia di Enna. Sorge a 414 metri sul livello del mare, in una zona collinare al centro della Sicilia.
Fu edificato nel periodo fascista (XVIII anno del ventennio) per volere di Benito Mussolini, nell’ambito del programma di ripopolamento e riforma agraria del latifondo siciliano attuato dal governo dell’epoca. L’incarico per la progettazione fu affidato all’ing. Giuseppe Marletta, architetto catanese. In contrasto con le abitazioni rurali sparse nella campagna spicca il piccolo borgo collinare, costruito con l’intenzione di farne il centro civico di un futuro paese, simile ad altre fondazioni siciliane di quel periodo Pergusa, Borgo Baccarato, Borgo Bonsignore, Borgo Lupo, Borgo Giuliano, Borgo Vicarietto, etc..).
Il borgo prese il nome in onore ad Antonino Cascino (Piazza Armerina, 14 settembre 1862 – Quisca, 29 settembre 1917). Generale di divisione, fu il primo generale italiano a entrare a Gorizia nel 1916, a capo del Brigata Avellino, costituita in prevalenza da siciliani.
La targa dell’Ente per la Colonizzazione del Latifondo Siciliano (ECLS), in memoria al Generale Antonino Cascino riporta le seguenti parole:
“Nobile figura di condottiero e di soldato, diede costante e mirabile esempio di ardimento e di valore alle truppe della sua divisione, recandosi a condividere con esse, sulle prime linee, tutte le vicende della lotta. Gravemente ferito da proiettile nemico, volle ancora mantenere il comando, finché ebbe assolto il suo compito della giornata, stoicamente sopportando il dolore della ferita, che poi lo condusse a morte.”
— Monte Santo, 15 settembre 1917
L’ubicazione di Borgo Cascino è stata studiata in modo da richiamare alla mente l’immagine del “paesino rurale di collina”; sorge infatti su una collinetta con una superficie di base di una quindicina di ettari, che si innalza almeno di una cinquantina di metri rispetto al suolo circostante. Il Borgo nella tipica architettura fascista delle nuove fondazioni con linee semplici ed austere che fanno capo ad una tradizione classica romano imperiale riveduta e corretta ai fini della propaganda, ma anche della funzionalità delle inurbazioni (rapido spostamento di persone dalla campagna alle città) volute dal regime, circondato da alberi, corredato di una piazza centrale a pianta rettangolare con portici, Chiesa, scuola rurale, posta e torre civica.
L’ingresso principale è quello da Sud. La strada di accesso si dirama come deviazione dalla SP30 che congiunge la SS122 con la SS560, deviazione realizzata unicamente per servire il borgo, e sempre alla SP30 si ricongiunge più a Nord. Poco prima della diramazione vi è un abbeveratoio.
Giungendovi ci si ritrova subito in una grande piazza attorno alla quale spicca la piccola Chiesa per le esigenze spirituali degli abitanti, una torre civica, le scuole rurali e anche la presenza di un ufficio postale. L’impatto visivo è affidato alla chiesa, che si staglia tra i due avancorpi, simmetrici, della scuola e della trattoria posti all’ingresso del borgo. La scuola ha una pianta ad “L”, mentre la trattoria con rivendita è a pianta rettangolare, adiacente a forno e scuderia.
Trattoria e scuola delimitano quindi la piazza a Sud. Il lato Ovest è chiuso dall’edificio che ospita la caserma dei carabinieri ed ufficio postale. Il fabbricato che ospita gli edifici dell’Ente è posto lungo il lato Nord, come il sagrato della chiesa. La chiesa è a navata unica. Il sagrato della chiesa ospitava, lateralmente alla scalinata, l’Angelo del Buon Raccolto, una statua in conglomerato di Eugenio Russo, scultore catanese. Il prospetto di questa, come dell’annessa canonica, è quindi arretrato rispetto al margine della piazza, mentre il fianco delimita la strada di accesso da Nord. Lungo il bordo Est della strada, dalla parte opposta della chiesa, vi sono le case degli artigiani tre alloggi costituiti da tre camere, ingresso, cucina, e servizi igienici. In in seguito l’ambulatorio medico,comprensivo di alloggio. La quinta Est della piazza è essenzialmente costituita dal fabbricato che avrebbe ospitato gli uffici comunali (delegazione podestarile, ONC e sindacati).
Oggi il Borgo interessato da un progetto di recupero. Ha perso alcune delle finalità originarie, vi sopravvive l’ufficio postale che serve l’ampia zona rurale e le poche famiglie che ancora abitano il complesso originario. Il posto è molto suggestivo, vi troviamo una trattoria (gestita dalla famiglia, discendenti ex dipendenti dell’ESA “Ente Sviluppo Agricolo”) e non di rado vi si svolgono funzioni matrimoniali proprio a motivo di questa sua particolare atmosfera campagnola. è spesso scelto come sede per riprese cinematografiche o per il book fotografico di tante coppie di sposi che vogliono qui immortalare alcuni dei momenti più significativi della loro cerimonia.
A Borgo Cascino è infatti possibile immergersi in una atmosfera di altri tempi circondati da un ambiente rurale, caratteristico di un passato forse non troppo lontano, della nostra bella terra di Sicilia.
Le belle immagini video:

Per gentile concessione ed a cura della
Redazione di Villapriolo News
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