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GD Enna: basta con i giochi di potere, torniamo a parlare della Città

Riceviamo e pubblichiamo:
“Noi, come giovani democratici e democratiche, non possiamo rimanere indifferenti dinnanzi alla situazione di paralisi politica ed amministrativa della Città. Da mesi, ormai, ci ritroviamo dinnanzi allo spettacolo non edificante di una città piegata in sé stessa, posta innanzi alla più totale confusione nella progettazione dell’azione amministrativa, la quale, più che avere un’idea della città, si ritrova nel caos, rimessa alla buona volontà del consiglio comunale e all’iniziativa scoordinata dei singoli.
Abbiamo provato negli ultimi tempi a tacere, pensando fosse giusto dare più tempo all’attività del Sindaco.Nel frattempo la Città soffriva lasciata all’incuria, randagismo, strade sconnesse, buie, sporche, in una condizione non buona sul piano commerciale, artigianale, sociale, infrastrutturale. Per non parlare dei troppi proclami: sin da subito, la Città “liberata”, ha vissuto di proclami e parole. Certo, non tutto è responsabilità dell’attuale Amministrazione, saremmo disonesti e pretestuosi a sostenerlo: a volte sta nel passato, anche lontano, a volte sta in altri enti, altre volte nei tempi, non felici, che viviamo.Ma la Città non vive di parole e proclami e l’Amministrazione ha una precisa responsabilità politica sulla situazione attuale che non lascia spazio a commenti differenti. Una responsabilità pesante, rispetto alla quale non abbiamo visto nessuno scarto, nessuna riflessione reale, nessun passo innanzi. Abbiamo assistito con stupore agli avvenimenti degli ultimi mesi. La vicenda sul bilancio, ove ci è parso che il Sindaco, più che risolvere il problema di un bilancio non sostenibile, ricercasse la scusa per una crisi amministrativa, per poi ripiegare, noi tutti, al buon senso del consiglio comunale. Abbiamo letto, tutti assieme, le parole, quasi pirotecniche, di consiglieri e rappresentanti istituzionali, il balletto, le accuse, le ritrovate amicizie, le ritrovate inimicizie. Abbiamo visto la “fine del progetto civico” con la cacciata di due assessori dalla giunta, posti i quali, tuttora mentre scriviamo, sono rimasti vacanti. Abbiamo visto delle grandi foto di chi si recava a votare con ostentazione alle primarie del PD, articoli di giornali, apparentamenti, formazioni di nuove bande, correnti e spifferi. Abbiamo visto le metamorfosi della politica e ci chiediamo con sincerità cosa, i nostri concittadini, possano pensarne. Noi non ci iscriviamo alla parte di coloro che costruiscono muri, sanciscono condanne o stigmatizzano conclusioni: sono questi i giochi dei pochi, che lasciano indifferenti i tanti che, esasperati, cercano risposte e non ne trovano. Noi ci iscriviamo soltanto dalla parte di coloro che vogliono bene alla Città e la vedono nel caos e nella paralisi politica amministrativa più totale. Dinnanzi a tutto queste “metamorfosi” dove appare preminente il gioco delle fazioni cittadine e la ricerca di casacche da indossare, non possiamo non pensare che ci sono due grandi sconfitti in Città: la prima è la cittadinanza, delusa, tradita, abbandonata, posta a spettatrice di una commedia teatrale di altri tempi; la seconda è la Politica, quella con la “P” maiuscola, che è mortificata con una “politichetta” che non riesce più ad uscire dai suoi angusti spazi, dalle sue strette vedute, dalla miopia degli interessi dei singoli e dei gruppi organizzati. C’è un degrado che viene segnalato e denunciato da mesi da centinaia di cittadini, quartiere per quartiere: è possibile ritornare ai cittadini? È possibile “uscire” fuori dalle discussioni in politichese e finirla di preoccuparsi di casacche, bandiere e bandieruole? E’ possibile non leggere più articoli di fazioni e spifferi che ci informano dei lori giochi, delle loro tattiche e delle loro ambizioni di potere? E’ possibile preoccuparsi dei programmi sottoscritti con gli elettori e giudicare e giudicarci solo sulla base di quelli? E orientare l’azione politica di tutti sulla base dei mandati per i quali si sono candidati e sono stati eletti?
Non è nostra intenzione demonizzare nessuno, ma abbiamo una visione diversa, profondamente diversa, di gestione della cosa pubblica e della Politica. Ciò di cui avrebbe bisogno la nostra città è quello di tornare ad una Politica seria, con una classe dirigente appassionata ed un progetto per i cittadini: “tirare a campare”, sistemandosi e accordandosi bene, per saper stare al mondo, non ci pare lo sia, in quanto sono soltanto interessi personali ben mascherati e narrati, che finiscono sempre per prevalere sugli interessi della collettività. E noi non ci stiamo.”
Salvatore Astorina, segretario dei Giovani Democratici di Enna
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Redazione

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