Ex Province, primo atto della giunta Musumeci: elezione diretta e scontro con Roma

La decisione ha anche un aspetto simbolico. Il primo atto della giunta diMusumeciè l’avvio di un braccio di ferro col governo nazionale guidato daPaolo Gentiloni. Un cambio di rotta. La Regione siciliana, infatti, ha deciso di presentare ricorso innanzi laCorte Costituzionalecontrol’impugnativa di Palazzo Chigisulla legge che ha reintrodotto la elezione diretta dei vertici delleex Province.
Una legge approvata questa estate dall’Assemblea regionale e che aveva, di fatto, impresso alla questione siciliana delle ex Province una direzione opposta a quanto previsto dalla legge Delrio, reintroducendo, appunto,l’elezione diretta negli ential posto di quelle di “secondo livello”. Una scelta, quella di iniziare un contenzioso di fronte alla Consulta, si legge in una nota di Palazzo d’Orleans, assunta per “tutelare lapotestà statutaria della Sicilia in materia di ordinamento degli Enti localie per difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso dicembre e, quindi, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione Europea”.
C’è poi una novità anche di tipo amministrativo, tra le prime decisioni della giunta di governo “inaugurata” oggi: quella che prevede “la presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa per la istituzione, nell’ambito dell’assessorato alle Autonomie locali, di una specificacompetenza per le Isole minori”. Questi i primi atti del governo Musumeci. Ma il lavoro, stando alla nota della Presidenza della Regione, non si ferma qui: domattina è prevista un’altra giunta “per l’esame di ulteriori atti urgenti”. Tra questi, una delibera che riguarderà il settore dei rifiuti e in particolare la discarica di Mazzarà Sant’Andrea.
E del resto, sono già vicinissime molte scadenze. Tra tutte, quelle relative all’approvazione del bilancio (quasi certamente si passerà dall’esercizio provvisorio), e quelle che riguardano le proroghe e le stabilizzazioni dei precari degli enti locali. Intanto, ecco il primo atto: il braccio di ferro con Roma sull’elezione diretta nelle ex Province.
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