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Elezioni Regionali: anche Claudio Fava potrebbe candidarsi a Presidente per la sinistra

Caudio Fava. “Io candidato? Ci sto pensando”, ha detto l’ex eurodeputato e giornalista siciliano, figlio di Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia a Catania. “Sono stato contattato da un’area vasta di partiti e movimenti di sinistra. Ci sto pensando e lunedi’ sciogliero’ la riserva”. ha spiegato all’ITALPRESS Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia, su cui la sinistra punta per una candidatura autonoma alla Presidenza della Regione siciliana per le elezioni del 5 novembre, dopo il no di bersaniani e Sinistra Italiana al ‘campo largo’ con Pd e Ap sponsorizzato da Leoluca Orlando.
Fava potrebbe ripetere l’avventura del 2012, quando sfidò Musumeci e Crocetta, classificandosi in coda; potrebbe così accadere che tutti e tre i protagonisti della campagna elettorale di ottobre del 2012, tornino a sfidarsi.
Non sarà l’unica curiosità. C’è anche la sfida nella sfida fra i due rettori, Roberto La Galla e Fabrizio Micari, successore del primo. Insomma le urne di novembre, che arrivano sotto il segno dello Scorpione, non ci faranno mancare i motivi per appassionarci alla partita.
“Il modello Palermo è un sindaco che si ricandida per cercare una continuità amministrativa. Qui, invece, si tratta di costruire una forte discontinuità con il presidente della Regione uscente, con la maggioranza che lo ha sostenuto e con il ruolo che ha avuto anche Alfano in questa maggioranza. Sono due esperienze totalmente asimmetriche”. A dirlo all’Adnkronos è Claudio Fava.
“Non c’era nessuna preclusione nei confronti del rettore di Palermo, una persona perbene, e nessuna obiezione a costruire una coalizione che lo esprimesse come candidato – spiega Fava -. L’unico punto posto dalla sinistra era che questa coalizione non venisse definita in funzione di accordi romani con Alfano e che avesse una forte omogeneità politica”. Per Fava, allora, l’errore del sindaco Leoluca Orlando, big sponsor del campo largo è “nel considerare la presenza o meno di Alfano nell’alleanza un dettaglio insignificante”.
“In Sicilia serve un voto che riscatti l’Isola dai comitati di affari,dalle vecchie politiche, dai conventicoli di potere che l’hanno governata negli ultimi 20 anni – conclude -. O si fa guardando in alto e in avanti oppure se il candidato governatore sarà espressione di una mediazione al ribasso e sarà costretto a tenere conto della coalizione che lo esprime. Oggi la Sicilia ha bisogno di una scelta di forte e assoluta libertà di azione politica che si ponga lontano dal passato”.
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