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Editoriale: Un bambino di dieci anni al potere

Galante-Luca

Il FMI ha abbassato le stime sulla nostra crescita per il prossimo anno e mezzo sancendo che la Grecia crescerà in percentuale più di noi, che, per capirci, equivale a me su una 500 vecchio modello che a Monza giro più veloce della Ferrari di Vettel. Certo se la Ferrari non la guida Vettel ma un bambino di 10 anni imbranato si spiega come possa vincere e si delinea anche l’identikit di chi ha guidato l’economia di questo Paese negli ultimi 20 anni, un bambino di 10 anni, imbranato, al quale abbiamo dato il nostro bancomat, l’abbiamo lasciato a Gardaland e siamo tornati a casa fregandocene di cosa combina.

Esagero? Dopo una manovra economica sostanzialmente inutile che non affronta i problemi dell’economia italiana (ancora), rimandandoli evidentemente a dopo le elezioni si dibatte se sia il caso, per abbassare il costo del lavoro, di aumentare l’IVA. Padoan è per l’aumento dell’IVA e Renzi (ancora lui, ma non si era ritirato) è contrario.

Occhio.

Non perché è una sciocchezza apocalittica.

Non perché il lavoro non si crea, oggi, abbassando il cuneo fiscale ma creando le condizioni per fare impresa.

Non perché più soldi (pochissimi) nelle mani dei lavoratori non significano più consumi, considerando che gli italiani sono pieni di debiti ed evidentemente l’esperienza degli 80 euro che dovevano rilanciare i consumi non è servita.

Non perché l’inflazione (bassa) non è dovuta ad un aumento dei consumi, quindi della domanda, ma ad un aumento dei prezzi delle materie prime, in primis il petrolio.

Non perché, diciamocelo, un aumento dei prezzi dovuto ad un aumento dell’IVA sarebbe una coltellata ai danni di quel 12% di italiani che vive in condizioni di difficoltà economica (ISTAT) e ai danni anche di un altro 87% abituato ormai a fare acquisti soltanto con i saldi.

Ma perché “Questo non sarà il governo che aumenta le tasse… e Gentiloni è d’accordo” (Renzi dixit).

Forse è il caso che noi genitori/elettori di questo bambino di dieci anni iniziamo ad insegnargli qualche regola e a controllare quello che combina perché in politica come nella vita i danni dei bambini li pagano i genitori.

Luca Galante

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