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Convegno ad Assoro sulla prevenzione e riabilitazione della “Osteoporosi”

Foto convegno sull'osteoporosi

   Venerdì 27 gennaio appena trascorso, presso il teatro comunale, con il patrocinio del Comune e organizzato dal Centro Sociale ANCeSCAO di Assoro, si è svolto un affollato convegno sulla prevenzione e riabilitazione della osteoporosi, durante il quale sono intervenuti il sindaco Giuseppe Bertini, l’assessore alla viabilità Sibilla Giangreco, la dott.ssa Valeria Mazzola, dirigente medico del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Umberto 1° di Enna, la dietologa Maria Grazia Patti, il naturopata Daniele Antonio Barnaba e la fisiatra Tiziana Di Leo dell’Ospedale di Enna.

   Il riuscito convegno sull’osteoporosi, quale processo d’indebolimento e rarefazione del tessuto osseo, tipico dell’età senile e delle donne in menopausa, una malattia sociale di notevole rilevanza a causa dell’aumento delle persone anziane, è stato moderato dal dott. Antonino Lo Porto dell’ASP di Enna.

   Ha aperto i lavori il maestro Giuseppe Lotario, presidente dell’ANCeSCAO di Assoro e apprezzato compositore di marce per bande musicali, che nel suo breve intervento ha ringraziato il sindaco Bertini e l’assessore Giangreco, i relatori, la stampa e i soci di Assoro, Leonforte e Nissoria, sintetizzando le attività programmate per l’anno in corso e gli scopi dei Centri ANCeSCAO.

    Nel loro breve intervento di saluto, il sindaco Bertini ha ringraziato il presidente Lotario per l’organizzazione della conferenza e ribadito il suo impegno per lo sviluppo del territorio assorino, mentre l’assessore Giangreco ha confermato la disponibilità a collaborare alle iniziative dell’ANCeSCAO comunale.

    La dott.ssa Tiziana Di Leo, nel premettere che il compito del fisiatra è quello di indagare l’osteoporosi con esami clinici e strumentali per accertare la causa del dolore da essa prodotto, ha ricordato che l’osso si costruisce sin da bambini, da adulto va mantenuto, mentre da anziani è in perdita. Nelle suddette tre fasi, è fondamentale l’attività fisica, anche moderata, che permette di costruire, mantenere ed evitare la sua riduzione. Ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della cura, consigliando a tal proposito di non restare a casa, di fare movimento e andare in palestra. Con inizio graduale e in maniera costante, di fare esercizi fisici specifici, adattati al singolo paziente in base alla patologia, che rafforzano i muscoli, permettono di muoversi meglio e riducono di molto il dolore. Esercizi posturali, respiratori, per l’equilibrio, allo scopo di migliorare la postura, la respirazione, la coordinazione.

   La dietologa Maria Grazia Patti, nel ribadire la necessità per le donne di svolgere attività  fisica, di evitare l’uso dell’alcol, che riduce il calcio presente nelle ossa, e del fumo, quale fattore di rischio che anticipa la menopausa, ha insistito su un’alimentazione corretta che aiuta a mantenere la salute e il calcio. Ha consigliato di ridurre il consumo di latte e derivati, di cibi elaborati, insaccati, carne e dolci e di privilegiare una dieta basata su verdure, frutta e legumi, pesce, meglio quello azzurro, frutta secca e olio d’oliva extravergine in dosi adeguate. Evitare bibite gassate, patatine, riducendo la quantità di sale giornaliero. Un’esposizione al sole di 10/15 minuti al giorno aiuta l’assorbimento della vitamina D fondamentale per mantenere il picco di massa  ossea, che si raggiunge da adulto e si riduce con l’invecchiamento. Per la Patti un’alimentazione corretta e un’attività fisica costante riducono l’osteoporosi.

   Per il neuropata Daniele Antonio Barnaba il dolore non sempre si manifesta in presenza di osteoporosi. Nel campo della neuropatia si valuta il sistema mente-corpo e uno stile di vita basato sull’igiene, sull’alimentazione, sugli esercizi fisici, su rimedi naturali, sulla riduzione dei farmaci, può ridurre il carico tossico e lo stress emotivo. Bisogna evitare cibi che aumentano l’acidità quali il pomodoro, le patate, i cibi raffinati, tra cui farina tipo 0, pasta commerciale, proteine animali, formaggi, latte, che contribuiscono alla perdita di calcio e favoriscono l’acidità sistemica. Bisogna mangiare verdure, cereali integrali (nelle popolazioni che si nutrono di cereali non è presente l’osteoporosi), legumi, soprattutto fagioli, cibi freschi e naturali che aumentano l’energia vitale, che può essere innata oppure acquisita.

   La ginecologa Valeria Mazzola, già responsabile per un decennio di un ambulatorio per la sua prevenzione e trattamento, ha definito l’osteoporosi una sindrome sistemica, una malattia degenerativa che, come una ladra silenziosa, rosicchia a poco a poco, senza far rumore, il tessuto osseo. L’osteoporosi può essere primaria: riguarda le donne in menopausa dopo 4 a 5 anni e quella senile che interessa sia le donne sia gli uomini; secondaria: colpisce il 5 % della popolazione. Le più colpite dall’osteoporosi sono le razze bianche e asiatiche (gialle), mentre le africane sono quelle più in pericolo di vita per le fratture.

    In Italia ogni anno ci sono circa 200 mila fratture per osteoporosi. Tra i fattori di rischio ci sono l’età (si ha il deterioramento della massa ossea), la menopausa, la bassa statura, le malattie ereditarie, l’alcol, il fumo, il caffè, l’abuso di farmaci, neoplasie del midollo osseo. La sintomatologia spesso è asintomatica e il dolore arriva quando ci sono le fratture.

   Nelle donne le prime ossa a soffrire sono le vertebre, poi il radio e il femore. La MOC, che permette di esaminare la quantità di calcio presente nelle ossa, ci consente di evidenziare l’anomalia delle forme più lievi e più gravi dell’osteoporosi. A tal uopo ci sono esami di base da laboratorio, anche approfonditi. La prevenzione deve iniziare in età giovanile (prevenzione primordiale), sapendo che il picco della massa ossea si raggiunge all’età di circa 30 anni. C’è poi la prevenzione secondaria intorno all’età della menopausa. C’è anche la prevenzione terziaria che si fa con farmaci adatti a ridurre la perdita del calcio.

   Nel dibattito sono intervenuti la docente Fina Sciuto, la prof.ssa Caterina Sciuto, presidente della FIDAPA di Leonforte, l’infermiera Tina Patti e la dott.ssa  Stellina Bonaffini, specialista ambulatoriale sulle malattie delle donne.

Giuseppe Sammartino

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