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All’ANCeSCAO di Nissoria corso sulla gestione economica e finanziaria dei Centri Sociali

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   Al Centro Diurno San Giuseppe di Nissoria, nei giorni 6 e 7 settembre appena trascorsi, alla presenza di Enzo Aita, delegato ANCeSCAO per il Progetto Sud, di alcuni delegati del Centro Sociale Madre Teresa di Calcutta di Leonforte (presidente Angelo Cangeri), del Centro Sociale Don Gnolfo di Assoro (presidente in pectore Giuseppe Lotario in sostituzione di Rosa Cocuzza), del Centro Sociale San Giuseppe di Nissoria (presidente Rosalinda Scaminaci Russo), il dirigente nazionale Andrea Mazza di Bologna ha tenuto un istruttivo e partecipato corso sulla gestione economica e finanziaria dei centri sociali ANCeSCAO in preparazione dell’Assemblea Nazionale che si terrà nella Repubblica di San Marino nei prossimi 26 – 27  e 28 ottobre 2016.

   Andrea Mazza, dopo aver premesso che i Centri Sociali ANCeSCAO (acronimo per Associazione nazionale centri sociali comitati anziani e orti riconosciuta dal Ministero dell’Interno con D.M.  n.559 del 4 marzo 1994) sono associazioni non profit (senza lucro) di promozione sociale nati per permettere alle persone anziane di aggregarsi e socializzare allo scopo di migliorare costantemente la qualità della loro vita, che la loro caratteristica è l’autogestione e il totale volontariato di chi presta la propria opera per il loro funzionamento e che nella loro evoluzione sono diventati centri ricreativi e culturali a valenza civica, ha spiegato con semplicità di linguaggio e competenza tecnica cosa occorra fare nella gestione temporanea di un centro sociale nel rispetto dello statuto e del regolamento.

   In particolare, la sua relazione si è soffermata sulle linee guida per la gestione amministrativa e fiscale in materia di regolamentazione delle attività di promozione sociale indicate nel Vademecum stampato a Bologna nel mese di marzo 2015 e sul software Bartolomeo quale strumento informatico creato a tale scopo per la maggior parte dei Centri Sociali ANCeSCAO.

   Ogni Centro Sociale, che è aperto a tutti, senza alcuna discriminazione, ha uno statuto, che dopo essere approvato dall’Assemblea dei soci, va registrato anche nelle sue modifiche presso l’Agenzia delle Entrate, un regolamento, che va approvato dall’Assemblea dei soci, un libro soci e un libro verbali per il Consiglio direttivo e l’Assemblea dei soci.

   Deve essere dotato di un bilancio di previsione, che serve a dimostrare la capacità dell’Ente di perseguire le proprie finalità istituzionali, e di un rendiconto economico e finanziario che misura il risultato della gestione d’esercizio (vedi pagg. 56 e 57 del Vademecum), che vanno approvati annualmente dall’Assemblea dei soci.

   Ogni Centro Sociale deve dotarsi di un codice fiscale per svolgere le normali attività e di una partita IVA per le attività commerciali continue o fatte spesso, disciplinate dal D. P. R 633/72 e dal D: P. R. 91/86. Se questa attività viene esercitata per la maggior parte del periodo di imposta, il Centro Sociale perde la qualifica di Ente non commerciale (senza fine di lucro) e tutte le entrate diventano ricavi commerciali (pag. 49 del Vademecum). In questo caso si è sottoposti al controllo dell’Agenzia delle Entrate.

   Le entrate dei Centri Sociali sono costituite dalle quote associative (uguali per tutti), da corrispettivi e contributi da soci e da altre associazioni che svolgono la medesima attività, contributi e liberalità da terzi, dalla raccolta pubblica di fondi per il sostentamento delle attività sociali che devono essere svolte occasionalmente in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze, da rendicontare appositamente entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale (pag. 50 del Vademecum).

   Tra le attività commerciali dei Centri Sociali rientrano la cessione di beni nuovi per la vendita, erogazione di servizi ai non soci (pag. 50 del Vademecum), prestazioni pubbliche, somministrazioni di pasti e spaccio, organizzazione di viaggi e soggiorni (ad esclusione di quelli organizzati da agenzie).

   Le attività istituzionali sono quelle che realizzano lo scopo istituzionale del Centro Sociale.

Il Centro Sociale deve essere iscritto nel Registro Regionale, nel quale deve risultare il suo atto costitutivo, la sua denominazione, la sua sede sociale, la sua forma giuridica, l’elenco nominativo  delle persone che rivestono le cariche nel Consiglio Direttivo, nel Collegio dei revisori (3 membri) e nel Collegio dei probiviri (3 membri).

Deve essere affiliato ad associazioni a carattere nazionale riconosciute dal ministero dell’Interno (vedi ANCeSCAO).

Occorre stipulare una assicurazione per la responsabilità civile nei confronti dei soci ed esterni e una polizza infortuni soltanto per i soci.

I corsi che rientrano tra le finalità ANCeSCAO sono tutelati dalla polizza ANCeSCAO, mentre per altri corsi o attività vanno stipulati specifiche polizze assicurative.

Durante il corso, Enzo Aita ha proposto, approvata all’unanimità dai delegati dei tre centri sociali presenti al corso, di una mozione da presentare all’Assemblea di San Marino per il rinvio della nomina del rappresentante per la Regione Sicilia al fine di trovare una proposta unitaria tra i centri sociali di tutta la Sicilia.

Giuseppe Sammartino

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