A Enna si cela il PAESE BILINGUE d’Italia | Ma quale inglese e spagnolo, qui si parla una lingua pazzesca

Enna - foto wikimedia commons - lagazzettaennese.it
Non tutti conoscono la ricchezza di questo posto meraviglioso nel cuore di Enna. Ci vai un giorno e non parlerai più solo l’italiano.
Il belvedere della Sicilia è sicuramente Enna, in quanto nei giorni più limpidi si riesce a vedere quasi tutta l’isola, con l’Etna che domina tutto l’orizzonte. Abbiamo già detto in passato che il Castello di Lombardia è sicuramente il luogo simbolico della città, in quanto è una delle fortezze medievali più grandi d’Italia.
Questa splendida provincia è anche famosa per il mito di Persefone. Infatti, secondo la leggenda greca, fu proprio qui, precisamente nei meandri del lago di Pergusa, che Ade la rapì, dando inizio a quelle che noi oggi chiamiamo le stagioni.
Non tutti sanno che Enna è stata anche il centro del culto di Cerere, che era Demetra per i Greci. Sappiamo che era la dea della fertilità e dell’agricoltura.
L’importanza di Enna nella storia
Questo luogo così fertile ha fatto sì che anche gli antichi Romani la considerassero un luogo sacro, al punto che Cicerone la definì proprio l’ombelico della Sicilia. I resti dei templi sono ancora visibili nella zona alta dell’acropoli e testimoniano l’importanza religiosa della località.
Ancora oggi ci sono molte feste rurali e riti legati al grano e al raccolto, che fanno proprio delle tradizioni passate il loro punto di forza. Ora vogliamo parlarvi di una splendida e ridente cittadina in provincia di Enna, che è perfetta, restando sul tema delle stagioni, da essere visitata in qualsiasi momento dell’anno grazie alle sue bellezze straordinarie, che non lasciano mai nessuno a bocca asciutta.

Il paese bilingue d’Italia in Sicilia
Quello che viene chiamato il paese bilingue d’Italia in Sicilia è Aidone, in provincia di Enna. Ma per quale motivo? Aidone, comune siciliano, è noto per il suo dialetto galloitalico, una parlata di origine lombarda introdotta durante la conquista normanna della Sicilia. Questo dialetto, come riportato da Wikipedia, che fa parte del gruppo dei dialetti galloitalici di Sicilia, è molto diverso dal siciliano tradizionale ed è stato storicamente percepito come un elemento di minorità e difficoltà nei rapporti con le comunità vicine.
Nel tempo, l’uso del dialetto è diminuito, sostituito dal siciliano e dall’italiano, e oggi sono rimasti pochissimi parlanti. Tuttavia, esistono ancora testi poetici e studi linguistici che ne hanno conservato la memoria, come le poesie di Vincenzo Cordova e le ricerche condotte da studiosi come Gerhard Rohlfs e Giovanni Tropea.