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Sicilia: On Elena Pagana “Apprezzamento per l’ intervento dell’ Assessore Samonà”

Enna – “L’intervento dell’assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana Samonà è il primo fondamentale passaggio per scongiurare, prima di tutto, il danneggiamento degli Argenti di Morgatina, e poi per garantire che un bene di così inestimabile valore, simbolo della storia e della cultura della nostra Sicilia, rimanga nella nostra terra”.
Lo ha dichiarato la deputata all’Ars Elena Pagana, dopo la decisione dell’assessore Alberto Samonà, di avviare le procedure per la modifica dell’accordo siglato nel 2006 tra il Metropolitan museum di New Your e il ministero dei Beni Culturali, che prevede la restituzione periodica degli Argenti al museo statunitense.
“All’auspicio di soluzioni rapide e definitive – dice Pagana – voglio aggiungere il plauso ed il ringraziamento per l’Archeoclub, per le associazioni, per la comunità di Aidone che hanno dimostrato e dimostrano un profondo legame con le proprie radici e la propria storia, che sono l’identità culturale di un popolo, e si sono mobilitati per difendere un bene che appartiene a tutti noi. Saremo vigili e da pungolo affinché l iter avviato si concluda”.

Il Tesoro di Morgantina è costituito da 16 oggetti di argento dorato, che hanno fattura e cronologia differenti probabilmente perché comprati e tesaurizzati dai proprietari della casa in epoche diverse.
La tecnica di lavorazione degli argenti è particolarmente raffinata: erano infatti lavorati a sbalzo, cesellati ed infine sottoposti alla doratura. Probabilmente sono opera di artigiani che operavano nella opulenta Siracusa di Ierone II durante il III sec. a.C.
Di eccezionale valore artistico è un medaglione con la figura di Scilla, mostro marino dal busto di donna e gambe a forma di teste di cane, che scaglia un masso. E’ probabile che il medaglione fosse pertinente ad una coppa o ad un piatto.
Alcuni vasi erano destinati al simposio, il momento culminante del banchetto che i Greci dedicavano al consumo del vino. Due grandi coppe (mastoi) con i piedi a forme di maschere teatrali erano utilizzate per miscelare il vino con l’acqua e le spezie aromatiche. La brocchetta (olpe) e l’attingitoio (kyathos) servivano per prelevare il vino dal contenitore, le coppe con un medaglione dorato e la tazza a due anse (skyphos) erano usate invece per bere il vino.ri
Altri vasi erano impiegati nei riti sacri. Il piatto ombelicato (phiale mesomphalos) serviva per versare liquidi durante i sacrifici, il piccolo altare (bomiskos) decorato con ghirlande e bucrani si usava per bruciare i profumi ed infine le pissidi, di cui una con coperchio decorato con Erote e l’altra con figura femminile e cornucopia, contenevano essenze ed unguenti.
Iscrizioni in lingua greca sono presenti in alcuni argenti, tra le quali il nome Eupolemos, probabilmente l’ultimo proprietario del tesoro e che le fonti citano come proprietario terriero di Morgantina. Altri oggetti presentano anche le notazioni del peso con lettere e segni secondo un sistema ponderale tipico della Sicilia ed in particolare di Morgantina.

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