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Nicosia: assolti, con formula piena “perché il fatto non sussiste”, i coniugi Corrado Danti e Teresa Teramo

Nicosia – E’ passata in giudicato ed è, quindi, definitiva la sentenza del  Tribunale di Enna, Giudice Dott. Marco Minnella, con la quale nell’ottobre scorso sono stati assolti, con formula piena “perché il fatto non sussiste”, i coniugi Corrado Danti e Teresa Teramo, difesi dall’avvocato Salvatore Timpanaro, imputati di tentata violenza privata ai danni di La Giglia Francesco.

Secondo l’ipotesi accusatoria – ora definitivamente giudicata infondata dal Tribunale – i due coniugi avrebbero minacciato il La Giglia, al fine di costringerlo a non presentare la sua candidatura alle elezioni amministrative del Comune di Nicosia del maggio 2015, prospettandogli che, in caso contrario, lo avrebbero denunciato per il delitto di violenza sessuale.

Il La Giglia, infatti, come si ricorderà, è imputato di violenza sessuale ai danni della Teramo Teresa, che avrebbe molestato sessualmente il 5 aprile 2015, sabato di Pasqua. Secondo l’accusa l’imputato, dopo aver trascinata contro la sua volontà la vittima verso una piazzetta isolata nei pressi di un pub, avrebbe cercato di abusare della stessa.

Con sentenza del 7 ottobre 2016 il GIP presso il Tribunale di Enna, Luisa Maria Bruno, aveva condannato il La Giglia alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione ed al risarcimento dei danni. La Corte di Appello di Caltanissetta, nell’ottobre del 2018, a sorpresa, aveva sovvertito il verdetto di primo grado ed assolto l’imputato.  La Corte di Cassazione, il 12 settembre 2019, accogliendo il ricorso dell’avvocato di parte civile  Salvatore Timpanaro ha, però, annullato l’assoluzione e rinviato ad altra sezione della stessa Corte di Appello per un nuovo giudizio. Il processo a carico del La Giglia, avanti la Prima Sezione Penale della Corte nissena, fissato per il 26 marzo ‘20, è stato rinviato al 29 ottobre prossimo a causa dell’emergenza sanitaria.

Secondo la tesi difensiva del La Giglia – dallo stesso sostenuta anche in pieno consiglio comunale e sui social –  l’accusa di violenza sessuale sarebbe stata frutto, quindi, di un complotto politico ai suoi danni. La sentenza, pronunciata dal Tribunale ennese – ed ora divenuta definitiva – con la quale sono stati assolti i coniugi Danti Teramo dall’accusa di tentata violenza privata, restituisce i fatti alla verità e sconfessa in pieno la difensa del consigliere comunale. Non si trattò, quindi, di alcun complotto politico. Secondo il Tribunale i fatti non sussistono: nessuna minaccia per impedirgli di candidarsi subì, quindi, il La Giglia.

A completare il quadro del complesso contenzioso va precisato che vi è in corso un ulteriore processo davanti al Tribunale di Patti, che vede tratti a giudizio, per rispondere dei reati di false informazioni e favoreggiamento, quattro giovani nicosiani, P.F. di anni 30, R.E. di anni 28, D.F. di anni 32 e R.I. di anni 30 che deposero in favore del La Giglia. Anche questo processo, già fissato per il 10 marzo scorso, a causa dell’emergenza covid, è stato rinviato.

In pratica, la tesi difensiva del La Giglia, incentrata sul complotto politico alla base dell’accusa di violenza sessuale (che sarebbe stata mossa solo per impedirgli di candidarsi), si è completamente sgretolata e non ha retto alla verifica giudiziaria: i coniugi Danti sono stati assolti con formula piena e con sentenza oramai definitiva dall’accusa di minacce e tentata violenza privata; i testimoni indicati dal La Giglia sono, invece, sotto processo per false dichiarazioni.

L’avvocato Timpanaro, raggiunto telefonicamente, ha manifestato soddisfazione dichiarando: “La verità è figlia del tempo: tanto la Suprema Corte di Cassazione, quanto il Tribunale di Enna ci hanno dato piena ragione; così come la Procura della Repubblica di Patti che, accogliendo le nostre richieste, procede per le false dichiarazioni a carico degli informatori che deposero a favore del La Giglia”.

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