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Vitalizi, la linea sturziana prevale al braccio di ferro

In queste ore arrivano come un macigno le dichiarazioni del deputato messinese Danilo Lo Giudice, nuovo innesto dell’Udc all’Ars che fa sponda collega Figuccia mettendo sotto scacco gli alfieri dei privilegi. Ridimensionata la posizione della capogruppo Eleonora Lo Curto che aveva difeso le ragioni del no al taglio, stoppata dal nuovo asse interno al partito di Lorenzo Cesa che in Sicilia torna a ruggire sui temi della giustizia sociale.

“La necessità di abolire i vitalizi – si legge nella nota – non è una possibilità più o meno attuabile bensì una necessità improcrastinabile per dare un segnale concreto rispetto a quanto ci chiedono tanti siciliani ma soprattutto perché è impensabile che la Sicilia possa sopportare un ulteriore tagli di circa 70 milioni da parte del governo centrale.
La situazione finanziaria della Regione – spiega il deputato centrista – come emerso in aula durante il dibattito di ieri, non è certo rose e fiori;  si continuano a pagare grossolani errori fatti in passato, in cui la nostra regione è stata più e più volte usata come un bancomat senza avere un briciolo di dignità e di certo, non si può pretendere che si venga fuori da questa situazione con un battito di ciglio. Il presidente Musumeci in aula in maniera puntuale e dettagliata, ha descritto le fasi salienti e numeriche di ciò che è avvenuto negli ultimi anni, ma bisogna andare oltre sopratutto con le numerose partecipate della regione dove spesso si annidano gli sperperi peggiori, che non possono e non devono più essere tollerati.
È indispensabile che si faccia chiarezza rimuovendo se è il caso quelle figure apicali che hanno l’obbligo di presentare i bilanci delle partecipate, mirando ai principi di efficienza efficacia ed economicità a cui deve tendere una pubblica amministrazione. È indispensabile – conclude – che questi privilegi vengano demoliti”
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