Leonforte: deceduto preside Nino Proto. Lo ricorda Salvo La Porta
Leonforte – Si è spento oggi all’ età di 94 anni il preside Nino Proto. La sua scomparsa ha destato profondo cordoglio a Leonforte. Il suo nome è legato indissolubilmente a quello del Liceo Classico Nunzio Vaccalluzzo . Politico di primo piano dell’ennese , partecipo’ nell’ immediato dopo guerra all’ occupazione delle terre incolte . Fu consigliere comunale, consigliere e assessore provinciale di Enna. Per pochi voti non venne eletto al Senato della Repubblica. Filosofo insigne, negli ultimi anni della sua vita si dedicò allo studio di Ermete Trismegisto. I funerali saranno celebrati domani alle ore 11,00 presso la Chiesa Madre. Il prof. Salvo La Porta gli ha indirizzato un particolare saluto. Ecco la lettera
Lettera a Nino Proto
Maestro mio amatissimo,
sapevo che sarebbe arrivata la notizia del Tuo ritorno al “Dio santo e Padre di tutte le cose, che vuole essere conosciuto ed è conosciuto da quelli che gli appartengono”.
La paventavo questa notizia e la cacciavo via. Mi spaventava l’idea che la tua parola potesse andare perduta. Mi sbigottiva l’idea che il “fanciullino”, che è sempre vissuto con te, potesse andare via per sempre.
Lo conosco bene questo “fanciullino”. E’ lo stesso che non riesce a trattenere le lacrime per l’imminente morte di Socrate, costretto a bere la cicuta.
E’ vero, il saggio non dovrebbe lasciarsi andare al dolore, non dovrebbe piangere. Ma sono certo che non vorrai biasimarmi se non riesco a trattenere le lacrime. Me lo hai insegnato tu: non sono io a piangere, ma il fanciullino che è in me.
Io non piango le tue virtù, né piango i tuoi difetti. Piango il maestro che, ancora tenero virgulto, mi avviò agli studi omerici, che mi insegnò le regole della scuola e delle vita.
Mi hai, persino, come si avvia al ballo una dama, come si poggia delicatamente la mano sulla schiena di lei e come, delicatamente, si proceda per entrare nel vortice della danza.
Ti ho seguito con affetto e devozione. Ti ho salutato docente, preside, sindaco della nostra città. Ti ho teneramente amato come vero, autentico filglio del nostro popolo.
Ti sono grato per quanto mi hai dato e per quello che non mi hai potuto dare ma che, generosamente, avresti voluto donarmi.
Ancora la mia più profonda gratitudine è per non avermi mai nascosto neppure una piega dell’anima tua!
Consentimi, adesso, di congedarmi da Te con l’inno Santo del “santo pagano”, agli studi del quale tanto ti dedicasti.
-Ricevi i puri sacrifici di parole
da un’anima e da un cuore a te protesi,
O Inesprimibile,
O ineffabile,
O solo col silenzio nominabile.
Io chiedo di non fallire nella conoscenza della nostra essenza:
Tu acconsentimelo e
riempimi di potenza,
e di questa grazia illuminerò i miei simili [ancora] nell’ignoranza,
i miei fratelli,
figli tuoi.
Si, io credo e rendo testimonianza.
Io avanzo verso la vita e verso la Luce.
Tu sei benedetto, o Padre.
Il tuo uomo vuole santificare il nome tuo,
perchè gliene dai tutta l’autorità.-
salvo la porta
Leonforte, 26 settembre duemiladiciannove