Politica

“I soliti tedeschi”, l’editoriale di Luca Galante

Circa un anno fa dalle colonne di questo giornale scrivevo che “I tedeschi ci detestano”. Questa settimana dallae colonne del “Der Spiegel”, il più noto e più letto settimanale tedesco, veniamo definiti “scrocconi aggressivi”, “amanti del dolce far niente”, siamo meno che mendicanti perché “almeno i mendicanti ringraziano” e il nostro sport è “l’evasione fiscale”. Offese gravissime e se avessimo un governo a Berlino tremerebbero.

Da almeno sette anni, dalla caduta dell’ultimo governo Berlusconi, la situazione in Europa è questa.

Una cura tanto mostruosa quanto inutile per curare lo spread ci ha ridotto all’impotenza economica. Non possiamo fare investimenti di nessun tipo e ogni spesa è supervisionata da Bruxelles. In pratica abbiamo lasciato campo libero alle produzioni tedesche e francesi e, tanto per dirne una, la Germania guadagna ogni anno oltre 200 miliardi di euro soltanto come differenza tra ciò che importa e ciò che esporta traendo vantaggio anche dal fatto che il nostro sistema economico non si sviluppa ed in barba ai trattati europei.

Parte di quelle esportazioni sarebbero state le nostre.

Recentemente Trump, non il salumaio di fronte casa, che ha ricevuto la Merkel a Washington, quando le ha chiesto di incidere su questo squilibrio commerciale che tocca anche gli Stati Uniti si è sentito rispondere un laconico “Ci stiamo lavorando…”.

Poi qualcuno si stupisce del perché alle sanzioni americane sui prodotti europei.

Trump riesce a raggiungere accordi commerciali con la Cina ma non con la Merkel.

Dal 2011 l’Europa (leggi la Germania) tiene in vita il nostro Paese elargendoci qualche elemosina di tanto in tanto ma contemporaneamente non ci mette in condizione di svilupparci e di progredire. Questo aspetto gli italiani lo hanno capito benissimo e per questo motivo alle ultime elezioni hanno votato Lega e 5stelle.

Quindi è logico che lo spread torni a salire, che i commissari europei chiedano il rispetto degli impegni e dei trattati, che il Presidente Mattarella non voglia un ministro dell’economia euroscettico, e tutto questo ancora prima che il governo presti giuramento. A tutti le cosa vanno bene così, a tutti tranne agli italiani. Luca Galante

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