Cultura

Il diritto alla Vita a dispetto della cultura alla morte, di Rosario Colianni

Riceviamo:

Il piccolo Alfie Evans, di due anni, ricoverato in un ospedale specializzato nella cura di malattie pediatriche rare di Liverpool ha svegliato la coscienza di molti in merito al valore della vita.  La sua è una patologia seria caratterizzata da una degenerazione del sistema nervoso associata ad epilessia.  Il quadro clinico è così complicato e grave che i medici hanno prospettato ai suoi genitori la possibilità di sospendere le cure e la respirazione assistita che lo tengono in vita. Ma Kate e Tom (questo è il nome dei genitori), di fede cattolica, si sono opposti con fermezza a questa decisione, spinti dal senso dell’importanza della vita, tanto da sensibilizzare l’opinione pubblica e portare in tribunale il loro caso.  Purtroppo i giudici, a dir loro per il migliore interesse del piccolo e ammaliati dalla ventata sempre più in auge della cultura della morte chiamata eutanasia, hanno stabilito la sospensione della ventilazione artificiale. I genitori di Alfie, non perdendosi d’animo hanno presentato un ricorso alla Corte d’Appello ma la loro istanza è stata rigettata: Sul piccolo Alfie è già stato decretato da parte dei giudici e dei medici  il veto alla vita.

Il provvedimento legale e sanitario è stato fortemente contestato oltre che dai genitori anche da tanta gente che hanno protestato  spontaneamente davanti all’ospedale nel quale il piccolo Alfie veniva messo alla pena di morte e da tanti che si sono uniti in preghiera nelle varie parti del mondo. Anche Papa Francesco segue con la sua preghiera e il suo affetto il piccolo Alfie, in un  suo twitter del 23 aprile 2018 scrive: “Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento”.  Alle 22.30 del 23 aprile dopo una giornata densa di polemiche,  viene staccata la ventilazione artificiale ma con stupore Alfie riprende a respirare fisiologicamente a dispetto delle previsioni  dei medici che ne prevedevano la morte entro  pochi minuti.  Subito dopo grazie a  contatti diplomatici è stato possibile dare ad Alfie la cittadinanza italiana per permettere le cure sanitarie presso l’ospedale del Bambino Gesù di Roma.

Purtroppo il 28 aprile 2018 alle 2.30 Alfie è volato in cielo non per volere degli uomini ma per volere di Dio. Una vera sconfitta per chi sente il potere di decidere sulla morte e sulla vita altrui! Rosario Colianni

 

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