Cronaca

Sequestro di conti correnti bancari a un Notaio che ha truffato 2000 clienti incassando tributi erariali

Militari della compagnia della Guardia di Finanza di Sciacca hanno dato esecuzione ad un
decreto di sequestro preventivo di numerosi conti correnti bancari nonché fondi di
risparmio intestati ad un notaio con studio nel distretto di Agrigento-Sciacca.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Gip presso il Tribunale di Sciacca su
richiesta della Procura della Repubblica di Sciacca.
Le Fiamme Gialle, a seguito di una complessa e articolata attività investigativa, hanno
individuato il meccanismo di una truffa sistematicamente compiuta dal pubblico ufficiale a
danno di numerosissimi clienti dall’anno 2012 sino al 2017.

In particolare, il professionista a seguito delle prestazioni rese ai clienti (ad esempio per
la stipula di atti quali compravendite immobiliari, successioni, donazioni ecc.) emetteva la
fattura indicando due voci ben distinte: la prima inerente l’onorario professionale (sempre
di basso importo) soggetta a tassazione, la seconda (esclusa dalla base imponibile) relativa
agli importi trattenuti a nome e per conto del cliente ricomprendenti le imposte da versare
all’Erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti.
Ebbene, dagli accertamenti eseguiti è emerso che la somma che il notaio si faceva
consegnare dai clienti per gli asseriti adempimenti fiscali era notevolmente superiore alle
imposte (catastali, ipotecarie e di registro) che avrebbe dovuto versare al fisco.
Pertanto, quello che all’apparenza sembrava un normale documento fiscale nascondeva, in
realtà, un vero e proprio artifizio che permetteva, al professionista, di trattenere per sé la
parte della somma versata dal cliente ma in realtà non dovuta.

Il sistema posto in essere si rilevava di difficile individuazione per i clienti in quanto le
somme effettivamente dovute all’Erario venivano versate dal notaio e la consegna al
professionista degli importi da quest’ultimo indicati in fattura quali obblighi fiscali
avvenivano nell’assoluta convinzione e fiducia che queste fossero quelle corrette.
Le indagini della Compagnia della Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura di Sciacca,
sono consistite nell’esame di ingente mole di documentazione contabile ed extracontabile
del professionista e in una complessa attività di riscontro tramite accertamenti presso
l’Agenzia delle Entrate.

Sono stati quindi individuati oltre 2.000 casi in cui il meccanismo sopra descritto è stato
posto in essere dal notaio in danno dei suoi clienti, persone e società residenti ed operanti,
per lo più, nell’agrigentino; tra questi, professionisti, dipendenti pubblici, comuni, società
di piccole e grandi dimensioni.
A titolo meramente esemplificativo si riporta il caso del sig. Rossi (nome di fantasia) il
quale nel 2012 acquistava la sua prima casa per 112.000,00 Euro, con l’accensione di un
mutuo ipotecario. Il sig. Rossi oltre a versare le imposte dovute e coprire i costi
dell’onorario (2.162,00 Euro) consegnava ignaro al notaio ulteriori 4.870,00 Euro che gli
venivano indicati come necessari per versare le imposte (gonfiate) all’Erario ma che, in
realtà, venivano incassati dal professionista.

In esito alle indagini effettuate è emerso che negli anni dal 2012 al 2017, l’indagato ha
percepito illecitamente 1,8 milioni di euro, frutto della ripetuta condotta truffaldina
perpetrata in danno degli ignari clienti.
Il professionista, inoltre, è stato sottoposto ad una verifica fiscale che, per il solo anno
d’imposta 2012, ha permesso di constatare oltre 407.000,00 Euro di base imponibile
sottratta a tassazione ed una imposta evasa complessiva di circa 290.000 Euro; a tal
riguardo il notaio ha già corrisposto all’erario la cifra di 304.000,00 Euro, pagati in un’unica
soluzione.

In alto