Politica

Piero Grasso leader della nuova sinistra

La sinistra italiana ha un nuovo leader: Pietro Grasso Presidente del Senato.

Per molti sarà la novità, ma è quel nuovo che nel giro di una sola legislatura è riuscito a realizzare più di  quanto vecchi leader non hanno potuto realizzare nel corso di diversi decenni.

A Grasso, che aveva saputo utilizzare bene la sua carica di  Capo della divisione nazionale antimafia, venne offerta da Renzi l’ occasione di candidarsi con il PD in un ottimo collegio senatoriale, offerta che venne subito accettata e che, come previsto, risultò vincente.

Da neo  Senatore a Presidente del Senato la strada fu molto breve e, nella prima fase della sua presidenza, con il noviziato dimostrò quel senso di equilibrio indispensabile per presiedere un’assemblea difficile come quella del Senato.

Ma a distanza di un anno dalla sua elezione iniziò una nuova fase che poteva far intravedere quello che oggi si è verificato.

Il 6 febbraio 2014 con una mia nota pubblicata su diversi giornali on line e riportata alla pagina 142 del primo libro “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana “ dal titolo La Ghigliottina parlamentare, decisione che venne  applicata per la  prima volta dalla Camera dei Deputati , avevo sottolineato che suo malgrado la Presidente Boldrini era stata costretta, per chiarire la sua posizione, ad una sovraesposizione mediatica.

L’8 febbraio 2014, con altra nota resa pubblica in maniera analoga, scrivevo:

“Forse questa sovraesposizione è stata considerata utile e positiva dal Presidente del Senato Grasso, il quale ha trovato modo di applicare anche lui, per la prima volta al Senato, la costituzione di parte civile da parte del Senato in un processo che vede imputato l’ex Presidente del Consiglio Berlusconi.”

Due considerazioni vennero fatte:

– l’iniziativa del Presidente del Senato non fu autonoma, ma sollecitata da organi estranei al Senato, anche se molto vicini a Grasso:

–  avere mortificato l’ufficio di presidenza del Senato chiamato a valutare  su una  decisione già ufficializzata dal Presidente.

Iniziativa da molti considerata un siluro lanciato contro Renzi, nel periodo di vigenza dl cosiddetto patto del “Nazareno.

La stessa nota, infatti, così continuava:

Ma altra considerazione diversa potrebbe essere fatta. Non quella di essere ancora subordinato al suo vecchio ordine, ma di iniziare una strategia politica in vista di possibili, probabili e non lontani avanzamenti di carriera”.

Avanzamento di carriera che non si verificò perché, mentre circolava anche il suo nome per la elezione del Presidente della Repubblica, la scelta più oculata portò all’elezione di Sergio Mattarella.

Più recentemente Grasso è rimasto offeso da parte della dirigenza del P.D. per le continue pesanti sollecitazioni per una sua candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana,

Sollecitazioni che con molta probabilità miravano a far fuori Grasso, considerato ormai soggetto incontrollabile, dal momento che tutti sapevano quello che, con Grasso o senza Grasso,sarebbe accaduto in Sicilia: la sconfitta del P.D.

Grasso ha ben compreso il tipo di aria che ormai  si respirava all’interno del P.D., ha preso al volo una occasione unica che lo metterà in condizione di togliersi qualche sassolino e ripagare quel P.D. che gli ha consentito si essere la seconda carica dello Stato.

Ma serietà oggi imporrebbe le sue dimissioni dalla carica di Presidente del Senato, sia perché eletto su indicazione di quel partito che oggi ha abbandonato, sia perché non è politicamente tollerabile che le presidenze delle due Camere siano affidate a due nominativi espressione della stessa sparuta rappresentanza parlamentare.

angiolo alerci

In alto