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Approvata la legge Iori, ecco cosa cambia per educatori e pedagogisti

Alessandro Prisciandaro, Presidente Nazionale dell’Apei(Associazione Pedagogisti Educatori Italiani), dal 2007 è impegnato al fianco di educatori e pedagogisti italiani per rispondere ai bisogni di formazione e di occupabilità lavorativa. Da tanti anni l’Apeiopera al fianco di educatori e pedagogisti attraverso un’attività di rete, per il raggiungimento di obiettivi comuni, alla base dei quali c’è il riconoscimento professionale di pedagogisti ed educatori, la loro tutela e la creazione di nuove opportunità lavorative e formative. Priscindaro chiede, come primo passo per intraprendere la strada che porta al riconoscimento professionale, di Associarsi all’Apei, affermando che non si può essere solo spettatori passivi ma attivarsi nelle iniziative per essere protagonisti del proprio futuro. Sicuramente possiamo parlare dell’ Apei come di una grande associazione di professionisti, capace di tradurre in leggi dello stato le conquiste culturali del lavoro educativo che si realizza da anni sul territorio sia con manifestazioni, come quella del 4 dicembre a Roma, che ha mosso una serie di eventi a catena che hanno favorito l’accelerazione dei tempi di approvazione della nuova legge. Un peso politico importante, che è servito alla causa dell’associazione, è stato quello della Onorevole Vanna Iori, che con il suo entusiasmo e forza propositiva ha tenuto sempre nel mirino il suo obiettivo: arrivare a definire una legge di riconoscimento professionale per educatori e pedagogisti.

Il Presidente Apei si dichiara convinto che se ci fossero stati i tempi necessari, sarebbe stata più opportuna l’approvazione in sede deliberante nella settima commissione cultura. I ritardi, voluti o necessari, hanno portato ad una situazione di urgenza eccezionale che ha reso necessario l’inserimento in finanziaria dell’emendamento.

Il testo della neonata Legge Iorio rappresenta una svolta epocale per le professioni pedagogiche e mette le basi per la costruzione di un reale movimento di risveglio culturale in ambito professionale ed accademico. Inizia una nuova epoca per la pedagogia professionale, e per l’associazione Apei inizia una nuova fase che vedrà i soci impegnati a lavorare su precisazioni e migliorativi nei decreti attuativi, perché la legge possa essere migliorata e perfezionata nel prossimo futuro. Intanto è bello poter festeggiare perché una legge, dopo tante battaglie, oggi c’è. Si tratta di una legge attesissima soprattutto dai laureati nella classe L-19 e la Magistrale LM-85 che, una volta usciti dall’università, si trovano a fare i conti con un mondo del lavoro nel quale la figura dell’educatore è spesso ricoperta da laureati in altre discipline e da non laureati. La nuova legge, redatta proprio perché si dia il giusto riconoscimento a chi studia per diventare educatore,  regolamenta per la prima volta la professione di educatore e pedagogista.

GLI ASPETTI PRINCIPALI DELLA LEGGE IORI

Il testo della legge doveva accogliere le istanze di centinaia di migliaia di educatori e pedagogisti che, attraverso l’Apei chiedevano di essere riconosciuti professionisti tra i professionisti. Nel testo della legge approvata, vengono mantenute le principali richieste che i soci educatori e pedagogisti hanno rivendicato durante le manifestazioni. Per prima cosa viene stabilito, il nesso diretto tra titolo accademico e professionalità educative, si stabilisce il riconoscimento della distinzione tra le figure dell’educatore socio-pedagogico dall’educatore sanitario. A livello formativo la classe di laurea di appartenenza per gli educatori ed i pedagogisti è la L-19, la qualifica di pedagogista viene direttamente connessa al percorso di studi composto da tre anni più due e diventa abilitante, il pedagogista, cioè, viene riconosciuto come professionista, in rapporto anche alle disposizioni del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65.

Coloro che, ad oggi stanno intraprendendo il lavoro di educatore senza titolo, potranno beneficiare di alcune norme transitorie per avere il tempo necessario per acquisire il titolo senza creare situazioni di disagio lavorativo. E’ stato proposto un percorso accademico di almeno un anno e l’obbligo di acquisire 60 CFU, mantenendo comunque una chiara distinzione tra titolo accademico e qualifica professionale. Con la neonata legge Iorio saranno garantiti tutti gli ambiti sociali, socio-assistenziali e socio-educativi, che diventano di esclusiva pertinenza professionale dell’educatore socio-pedagogico e del pedagogista.

Fonte: https://vnews24.it

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