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“I vitalizi dei Politici”: intervista del Direttore Pagaria a Padre Spina, decano del Clero Ennese

spina

I vitalizi e la loro soppressione. Un provvedimento che, nei giorni scorsi, era stato votato favorevolmente alla camera e   per adesso è bloccato in Senato dove non è stata recepita la richiesta del M5s di discuterlo entro trenta giorni ma si è preferito far seguire il normale decorso ovvero la discussione e l’eventuale approvazione o bocciatura entro sessanta giorni. La decisione  di Palazzo Madama è stata interpretata, soprattutto dai Pentastellati come una chiara volontà di bocciare la legge ed ha suscitato  reazioni negative nella società civile ma anche nel mondo ecclesiale.spina

Ne abbiamo parlato con padre Pietro  Spina, uno dei “decani” del clero ennese che, come un fiume in piena, ha espresso una serie di motivazioni contro i vitalizi definendoli un “furto spudorato è disonesto” da parte dei politici nei confronti dei cittadini. Il noto e stimato sacerdote ennese ha posto  a paragone molti politici “scaldascranno” con onesti artigiani  che “sono costretti a spaccarsi la schiena 40 anni per poi guadagnare settecento/ottocento euro di pensione”. Ciò, per il sacerdote, non è assolutamente giusto, anche in funzione del fatto che “molti parlamentari sono nullafacenti e, spesso incompetenti, e cita l’esempio: “capita sovente che quando devono votare una legge, non sanno nemmeno cosa stiano per votare e, di conseguenza  obbediscono agli ordini di scuderia dei capigruppo” . Ma il prete non si limita ad accusarli e spiega , come in effetti spesso si vede in Tv, nelle cronache parlamentari, che, quando  il relatore presenta un disegno di legge, nessuno è presente, ma al momento di votarla sono tutti lì. “E la gravità, prosegue il parroco di San Giovanni, si acuisce, quando ci si accorge che in Parlamento sono presenti molti avvocati e magistrati ma, nonostante ció, escono fuori leggi che poi vengono dichiarate anticostituzionali.” P. Spina ribadisce la sua assoluta contrarietà ai vitalizi e fa notare che gli stessi non vengono definiti “pensioni”che non sono cumulabili ma appunto vitalizi, cumulabili con le pensioni medesime.  Ed è talmente documentato da citare il libro “La casta” dove si parla  di un senatore che non mise piede in Senato neppure un giorno e, nonostante ciò percepì il vitalizio. E a proposito del Senato egli la definisce una seconda Camera inutile e dispendiosa per i contribuenti. Infine non risparmia i parlamentari sui privilegi: “L”atteggiamento ladresco dei politici rasenta l’assurdo quando chi occupò per pochi giorni il posto di un predecessore deceduto percepisce il vitalizio, o quando essi si rendono esenti dal pagare le spese sanitarie nonostante i più che lauti stipendi che percepiscono, mentre la povera gente è costretta , a causa di un Servizio sanitario nazionale che non funziona, a pagarsi  visite mediche e  prestazioni”. Così termina Monsignore: per far rientrare i bilanci che essi stessi hanno portato in passivo, tutto hanno tassato, tranne le spese della politica.

Mario Antonio Pagaria

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