Altro scandalo nella sanità siciliana: truffa con 34 indagati all’Ospedale di Cefalù
I carabinieri del Nas di Palermo, coordinati della Procura della Repubblica di Termini Imerese, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a 34 persone, tra medici, infermieri e personale amministrativo in servizio presso la Fondazione ospedaliera San Raffaele Giglio di Cefalù e presso l’assessorato regionale della Salute. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo di peculato, falso, abuso d’ufficio, truffa ai danni del Servizio sanitario regionale e illecita gestione di specialità medicinali ad azione stupefacente.
Le accuse derivano in larga parte dall’aver, secondo le indagini, agevolato l’accesso di alcuni pazienti all’Unità operativa di Chirurgia Generale della Fondazione ospedaliera a danno dei pazienti regolarmente in lista d’attesa per il ricovero, in violazione sia delle normative nazionali e regionali relative alla prenotazione delle prestazioni sanitarie e accesso alle liste per poi essere sottoposti ad intervento chirurgico, sia riguardo alla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie.
Le indagini sono state avviate nel 2012 quando, a seguito di un controllo, furono scoperte presunte irregolarità da parte del primario della unita’ operativa e di altri operatori sanitari, che non avrebbero documentato come previsto un intervento chirurgico su una paziente minore. L’intervento fantasma sarebbe stato solo uno dei tanti, compiuti con le medesime presunte modalità illecite, per favorire la propria attività libero professionale e trarne un ingiusto profitto economico. Nello specifico, sarebbero stati eseguiti interventi chirurgici privati utilizzando illecitamente le sale operatorie ed i farmaci in dotazione all’ospedale, avendo cura di non lasciare traccia alcuna sui relativi registri.
“Sono fatti e vicende del 2012 del tutto estranei alla nuova gestione della Fondazione Giglio di Cefalù”. Lo afferma il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, alla guida del Cda dal 2015, in merito all’inchiesta della Procura della Repubblica di Termini Imerese. “Il nuovo corso della Fondazione Giglio con questi fatti non c’entra nulla”, ribadisce il presidente. “Ci siamo dati, dall’insediamento criteri e regole di trasparenza anche sulla gestione delle liste di attesa. E’ stato un vero e proprio cambio di verso che ha portato al risanamento anche economico della Fondazione Giglio. Mi spiace, che il ritorno in cronaca, in un momento delicato che vive la Fondazione, di questa vicenda che, ribadisco, non ci appartiene, possa danneggiare l’immagine di un ospedale e dei suoi operatori a cui i pazienti si rivolgono con grande fiducia. Fra l’altro – aggiunge Albano – questa vecchia inchiesta fa riferimento alla chirurgia generale il cui responsabile non è più dipendente della Fondazione Giglio. Ribadiamo la massima collaborazione – conclude Albano – con l’autorità inquirente affinché si arrivi rapidamente ad una verità processuale che possa far emergere il nuovo corso dato, in questi anni, alla nuova Fondazione Giglio di Cefalù”.