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Proiettato ad Assoro il documentario “L’oru d’o diavulu” di Giuseppe Lombardo

  Con la sala consiliare del Comune di Assoro strapiena e la presenza del sindaco Giuseppe Bertini, martedì 30 maggio appena trascorso, con la regia di Pippo Lombardo, la sceneggiatura di Giovanna Maria e la fotografia di Alberto Maria, è stato proiettato il film documentario “L’oru d’o diavulu”, ovvero uno straordinario viaggio spirituale nel Cuore delle Miniere, che ha avuto come fine narratore Silvio Benintende e ha come lettore appassionato e verace Ignazio Vanadia.

   A Pippo Lombardo l’idea di realizzare un documentario gli è venuta, a suo dire, circa 10 anni fa quando, con alcuni Amici della Vespa, con Gino Roberti (già perito minerario e autore del volume “Il leggendario Surfararu” sulle miniere e il lavoro degli zolfatari), Salvatore Patti e Silvio Benintende, ebbe modo di visitare la miniera di Zimbalio in territorio di Assoro.  La canzone “Una buona Idea” di Niccolò Fabi, gli diede lo spunto per portare a termine il progetto.

   In prima visione assoluta e una produzione Medialab che ha il patrocinio gratuito del Comune Di Assoro, il film documentario “L’oru d’o Diavulu” è un pregevole progetto per salvare la realtà attuale delle miniere dal logorio del tempo, per conservare i luoghi e omaggiare gli uomini delle miniere. Un bel documentario, che, attraverso la viva voce di alcuni suoi protagonisti, racconta l’amore e il duro, faticoso, spesso dannoso, lavoro dei minatori, che resterà nella storia di questa terra perché ha lo scopo di preservare la memoria di un ricco patrimonio storico, sociale e culturale di oltre 45 miniere, di cui 13 soltanto in territorio di Assoro e alcune fino agli anni settanta attive, lasciate nel degrado che potrebbero essere valorizzate e far da traino al turismo.

   Alla prof.ssa Giovanna Maria, il titolo “L’oru d’o diavulu” gliel’ha suggerito il padre Alberto, quando lei ragazzina lo vide rientrare a casa con in mano una bottiglia di Vecchia Romagna che conteneva dello zolfo, giallo come l’oro, che portava tanto lavoro e pane per tutti, proveniente dalle viscere della terra( il sottosuolo) al pari del Diavolo, il re dell’abisso.

   Con un suono di fondo somigliante ad un martello pneumatico, una lanterna (‘a citilena) e una maschera antigas a richiamare visivamente quel mondo, con una prima parte dal titolo Il ricordo e una seconda intitolata La valorizzazione, con un “linguaggio duro, vero, secco”, a dire di Alberto Maria, l’emozionante, ben condotto documentario si sviluppa attraverso il racconto di un minatore (interpretato da Yano Sofia) al nipote Silvio (interpretato da Mario Benintende) sul lavoro nelle miniere dell’ex Provincia di Enna.

   Una successiva e ben diretta carrellata di interviste ad alcuni minatori sopravvissuti, tra cui quella ad Angelo Giunta, manovratore dell’ascensore del piano inclinato, all’avv. Enzo Giunta, figlio di minatore, che da piccolo ebbe modo di vedere il forno (il cosiddetto calcaruni) ove lo zolfo veniva sciolto e i festeggiamenti in onore di Santa Barbara la protettrice dei minatori, alla moglie e alla figlia di Giovannino Costa (deceduto per enfisema polmonare contratto nella miniera di Giangagliano in Assoro), al sindacalista, nonché armatore (preparava le mine), Nicola Rupealta, premiato dopo 20 anni di lavoro con il premio fedeltà consistente nella paga gratuita di un mese, a Salvatore Vicino, “caruso”nella miniera di Floristella in territorio di Enna con una paga giornaliera di 415 lire per 8 ore di lavoro continuato, con pane e a volte una sola acciuga da mangiare, fa rivivere il dramma e lo sfruttamento dei minatori.

  L’intervista a Antonio Ciurca, il protagonista del film Rosso Malpelo di Pasquale Scimeca, a Primo David, il capostazione autore del Treno Museo di Villarosa, uno dei più caratteristici musei dell’Arte mineraria e della civiltà contadina della Sicilia e la lettura con dizione impeccabile da parte di Pietrangelo Buttafuoco del capitolo del suo libro “Buttanissima Sicilia” relativo all’Associazione “Balat” e al fallimento in Sicilia di ogni idea di fare impresa se “fare significa rimettere a posto parte del patrimonio artistico dell’isola”,chiudono il documentario sulle miniere.

   A completamento di questo riuscito racconto, si consiglia di recarsi ad Assoro presso il Convento Santa Maria degli Angeli ove sono esposti degli artistici reperti della miniera Zimbalio donati dal minatore in pensione – addetto all’ascensore del piano inclinato della miniera, Giuseppe Pergola.

Giuseppe Sammartino