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Diffamazione On. Maria Greco, il Sen. Giarrusso (M5s) fa dietrofront sull’immunità.

Roma – Dietrofront del senatore M5s Michele Giarrusso, che non chiederà lo scudo dell’immunità parlamentare questa sera in Giunta per le autorizzazioni. I parlamentari pentastellati erano infatti pronti a voterare contro l’insindacabilità. E minacciavano di seguire lo stesso iter in aula.

Il Pd era già partito all’attacco a testa bassa nei confronti del senatore M5s. Giarrusso aveva annunciato di voler usufruire dell’articolo 68 della Costituzione, quello che stabilisce: “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Giarrusso intendeva chiedere l’applicazione di questa regola costituzionale per non finire sotto processo a Enna, dove è stato denunciato per diffamazione dalla deputata pd Maria Greco, ( nella foto) che di fatto viene accusata proprio dal senatore di contiguità con ambienti mafiosi.

“Per non finire sotto processo – ha detto Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd – il senatore Giarrusso chiederà l’immunità parlamentare. Aveva accusato la deputata pd Maria Greco di “contiguità con ambienti mafiosi. Accusa falsa da cui lei voleva difendersi in tribunale, avendolo denunciato per diffamazione”. “Alla faccia dei proclami di Di Maio che fino a qualche giorno fa dichiarava che mai e poi mai i parlamentari 5 Stelle avrebbero fatto ricorso a immunità e insindacabilità. Questa è la nuova casta grillina: fino a ieri l’immunità parlamentare era un privilegio da cancellare, oggi cade pure questo tabù. Una metamorfosi stellare”.

Per Emanuele Fiano i grillini “prima lanciano accuse tremende, poco importa se vere o false, affinchè la cosa resti nella testa delle persone, poi sfuggono alle proprie responsabilità, separandosi dai cittadini normali. I 5 Stelle sono peggio della casta. Di giorno criticano il cosiddetto sistema, ma di notte ci sguazzano alla grande”.

Secca la vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, su twitter. “In campagna elettorale – dice – Di Maio categorico: non useremo mai l’immunità. Finita la propaganda ecco la #coerenza5stelle”.

Agire così, ha detto David Ermini, responsabile Giustizia del Pd, è “troppo facile. Prima si fanno i proclami per dire che i 5 Stelle sono diversi e poi ci si comporta in modo opposto. Proprio come la casta”. Per Ermini “si insinua, si accusa e poi si scappa. Questi sono i metodi nuovi? sono vecchi…Terribilmente vecchi. Chiedere coerenza ai 5 Stelle è complicato ma almeno evitino queste figuracce”.

L’esponente M5s Luigi Di Maio ha liquidato la vicenda con un “non conosco i dettagli”.

In mattinata lo stesso Giarrusso sul blog aveva spiegato il suo punto di vista. Rifarsi all’insindacabilità delle opinioni espresse dai parlamentari nell’esercizio delle loro funzioni, come prevede l’articoolo 68, “non è un privilegio” ma rappresenta la possibilità di poter “denunciare il malaffare, la corruzione e la mafia”. Perché poi è questo il motivo per cui “voi ci avete mandato in Parlamento”. Dalla lettura dell`imputazione di diffamazione emerge, aveva spiegato Giarrusso, che l`espressione “esibire in maniera plateale comportamenti e soggetti denotanti contiguità con gli ambienti mafiosi” era volta a denunciare la possibilità che “soggetti che abbiano intrattenuto rapporti con la criminalità organizzata potessero essere interessati” alla campagna elettorale locale in Sicilia, “addirittura presenziando in pubblico accanto ad esponenti politici”. Per Giarrusso quindi “non si tratta di un privilegio, ma della tutela della libertà di portavoce dei cittadini di poter chiamare le cose col proprio nome senza dover subire tentativi di censura a mezzo denunce e cause di risarcimento”. Ma evidentemente la posizione non era condivisa dal Movimento.

Di qui il rischio dell’isolamento e il dietrofront prima della prova della giunta. A fine giornata, il voto: la giunta per le immunità del Senato ha detto dice sì alla sindacabilità nel caso di Michele Giarrusso. Dieci i voti a favore, quattro i contrari, del centrodestra.

Fonte: Repubblica.it

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