18 Gennaio 1919 – L’ Appello ai “liberi e forti” di Don Luigi Sturzo

Pubblichiamo integralmente l’appello ai “liberi e forti” del gennaio 1919, fatto dalla Commissione provvisoria delPartito Popolare Italiano, fondato e guidato da Don Luigi Sturzo.
A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria,senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali digiustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giustae durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varrannoad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustiziasociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le enrgie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nelvincolo solenne della “Società delle Nazioni”.E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa deidiritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governipopolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni delpacifico progresso della società.Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta eoggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi checreano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca legiuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà deimari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose controogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro letendenze sopraffatrici dei forti.Al migliore avvenire della nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano – che per virtù dei suoifigli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldta la coscienza nazionale, dedichiamoogni nostra attività con fervore d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale,vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, cherispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale eincoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo lariforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e ilSenato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali:vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamoil riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largodecentramento nelle unità regionali.Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il verosenso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertàreligiosa, non solo agl’individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo;libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi diparte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delleenergie e delle attività, che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppoprogressivo. Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici,le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme dellasovranità popolare e della collaborazione sociale.Le necessarie e urgenti rifrome nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nellaformazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incrementodelle forze economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, lariforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazioneinterna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi deldopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii delCristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell’Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto deipopoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Impericaduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismisettari, che nella forza dell’organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giustosenso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù moralidel nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostroProgramma.Roma, lì 18 gennaio 1919LA COMMISSIONE PROVVISORIAOn. Avv. Giovanni Bertini – Avv. Giovanni Bertone – Stefano Gavazzoni – Rag. Achille Grandi – Conte GiovanniGrosoli – On. Dr. Giovanni Longinotti – On. Avv. Prof. Angelo Mauri – Avv. Umberto Merlin – On. Avv. Giulio Rodinò– Conte Avv. Carlo Santucci – Prof. D. Luigi Sturzo, Segretario Politico.
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