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Un lavoro stabile dopo la laurea è un miraggio?

Lavoro Calabria

Emigrare per lavorare, per noi siciliani, non è un’idea nuova. Esistono nel mondo ben 140 piccole associazioni locali costituite da siciliani emigrati, che fanno capo a una grande network chiamato Associazione dei siciliani all’estero fondato nel 1967.

Secondo l’anagrafe dei siciliani residenti all’estero, le mete preferite dai nostri corregionali sono la Germania, il Belgio, l’Argentina, la Svizzera e la Francia.

Questa mobilità è imputabile prevalentemente alla scarsità di posti di lavoro che ha caratterizzato e ahimè continua a affliggere la nostra regione: non sono tempi prosperi per tutta l’Italia, e la Sicilia non rappresenta certo un’eccezione.

Ancora oggi, molti giovani siciliani cercano lavoro altrove; molto spesso dotati di una laurea, certamente non spinti dalla fame e dal disperato istinto alla sopravvivenza dei nostri progenitori d’inizio ‘900, armati di un inglese meno zoppicante rispetto a quello degli sbarcati di Ellis Island, ma sicuramente animati dal loro stesso desiderio legittimo di trovare un’opportunità professionale.

Del resto, i numeri parlano chiaro: secondo una ricerca di Almalaurea del 2014, il 69% per cento dei laureati in ingegneria presso l’Ateneo di Catania, a tre anni di distanza, dichiara di avere un lavoro autonomo o dipendente “stabile”. Ciò significa che il 31% non loha, cioè che quasi un terzo di chi ha conseguito una laurea tradizionalmente considerata “spendibile” dopo 3 anni non ha trovato ancora una sistemazione tale da consentirgli di fare piani per il proprio futuro: per intenderci, parliamo di giovani che hanno almeno 26 anni! La percentuale di laureati con un lavoro stabile scende al 45% nel caso di laureati in Lettere e Filosofia, un corso di laurea considerato più “penalizzante” sul fronte delle opportunità lavorative.

Questi dati non prendono in considerazione un’altra variabile: i fortunati studenti che hanno trovato lavoro, stanno effettivamente spendendo le competenze apprese durante l’università, oppure, spinti dalla necessità, hanno ripiegato su altre professioni?

Sono loro, i “laureati scoraggiati”, i candidati ideali per fare la valigia e partire alla volta di un altro Paese.

Una grande difficoltà che s’incontra nella fase di ricerca di lavoro è proprio lo screening degli annunci: essa richiede al candidato di vigilare, letteralmente, sul mercato del lavoro con l’obiettivo di carpire le opportunità appena emergono. È proprio durante questa delicata fase che si gettano le basi e ci si fa conoscere dai potenziali datori di lavoro.

Per facilitarsi il compito, si può ricorrere a un sito d’inserzioni come ad esempio Bakeca. Questo portale di annunci consente sia di fare una ricerca manuale, con la cadenza che l’utente decide di adottare, sia di predisporre una ricerca automatica basata su criteri o “agenti di ricerca”: si può scegliere di circoscrivere la zona di ricerca alla Sicilia o altre regioni d’Italia, oppure di visualizzare solo le inserzioni nel campo della ristorazione. Queste offerte di lavoro vengono aggregate e spedite via email una volta la settimana, o con la cadenza che l’utente sceglierà.

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