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Sicilia: Ministro dell’ Ambiente Galletti “Fra sei mesi caos rifiuti”

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Roma – A Roma mancano impianti per smaltire i rifiuti e la raccolta differenziata è al 41% che in Puglia scende al 26%; la Sicilia ha solo 6 mesi di autonomia delle discariche. E’, in sintesi, il quadro illustrato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in commissione Ambiente al Senato sulla gestione dei rifiuti nella Capitale e nelle due regioni del Meridione.

Il Comune di Roma non ha impianti sufficienti per smaltire i rifiuti che produce e raccoglie solo il 41% della spazzatura in modo differenziato, contro un obbligo di legge del 65% ha spiegato Galletti. Nel 2015, ha proseguito il ministro, “i rifiuti urbani prodotti da Roma sono stati 1.700.768 tonnellate. Si stima la produzione di circa 700.320 tonnellate di differenziata (41,17%) e 1.000.448 tonnellate di rifiuto indifferenziato”.

Per lo smaltimento dell’indifferenziato, “Roma ha 4 impianti TMB (trattamento meccanico biologico) che possono trattare 3.000 tonnellate al giorno. La capitale produce però 3.206 tonnellate di indifferenziato al giorno, a cui si aggiungono 300 tonnellate da Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano. Di conseguenza 500 tonnellate al giorno devono essere smaltite altrove”. Per la parte umida (destinata a diventare concime compost) la situazione è ancora peggiore. “La produzione al momento è di 200.000 tonnellate all’anno, ma l’unico impianto di compostaggio, quello di Maccarese, può trattarne sono 30.000”. In tutto il Lazio la capacità di smaltimento ora è di “250.500 tonnellate all’anno, (di cui solo 70.500 effettivamente operativa). Il fabbisogno di compostaggio, se si arrivasse al 65% di raccolta differenziata, ammonterebbe a circa 500.000 t/anno”. Per quanto riguarda l’incenerimento, “solo una parte dei rifiuti trattati in uscita dai TMB di Roma vengono portati agli impianti di termovalorizzazione di San Vittore e Colleferro, gli unici operativi nella Regione, non sufficienti a soddisfare l’attuale fabbisogno”.

“Per chiudere il ciclo dei rifiuti limitando al minimo il ricorso al conferimento in discarica, la Regione deve puntare sullo sviluppo della raccolta differenziata e potenziare la capacità impiantistica di incenerimento”, ha commentato Galletti. Al momento le carenze nella raccolta differenziata fanno sì che Roma mandi in discarica 500.000 tonnellate di rifiuti all’anno, il 50% del fabbisogno di discarica del Lazio. Lo Sblocca Italia, ha spiegato il ministro, “prevede un nuovo impianto di incenerimento con una capacità pari a 210.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati”. Con la chiusura di Malagrotta avvenuta nel 2013, ha concluso Galletti, “si è determinata la carenza di una discarica di servizio ove conferire i rifiuti residui dal trattamento dei TMB”.

In Sicilia “la capacità residua di trattamento in discarica dei rifiuti, agli attuali livelli di smaltimento, garantisce l’autonomia regionale solo per 6 mesi e l’assenza di impianti di termovalorizzazione rende ancora più critica la situazione” ha detto il ministro avvertendo che “la situazione esistente nella Regione Siciliana continua a necessitare di misure straordinarie, nonostante l’attività posta in essere dall’Amministrazione regionale abbia consentito di tamponare gli aspetti più gravi della situazione emergenziale”.

“La produzione dei rifiuti in Sicilia ammontava nel 2014 a 2.342.219 tonnellate e la raccolta differenziata a 292.972 tonnellate, solo il 12,5 % del totale dei rifiuti prodotti, valore molto al di sotto dell’obbligo di legge del 65% – ha osservato Galletti – . Nel 2014 la quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato si è ridotta di oltre un punto percentuale, al 12,5% dal 13,2% dell’anno precedente. In molti Comuni del territorio regionale la raccolta differenziata non viene ancora realizzata”.

“Le quantità di rifiuto indifferenziato prodotte nel 2014 ammontano a 2.049.247 tonnellate – ha proseguito il ministro -. Questi rappresentano una quota pari all’89% dei rifiuti urbani prodotti in Regione. Di tali quantità solo 349.774 tonnellate sono state inviate, secondo modalità ordinarie, agli impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) prima di essere inviate al successivo smaltimento. La restante quota, pari a 1.003.302 tonnellate, è stata smaltita in deroga alle prescrizioni, attraverso Ordinanze del Presidente della Regione”.

Galletti ha messo in luce come in Sicilia lo smaltimento dei rifiuti sia gestito in forma emergenziale dal 2009, in deroga a tutte le normative. Nel maggio di quest’anno, con le discariche ormai sature, il presidente Rosario Crocetta ha chiesto una ulteriore proroga dei suoi poteri straordinari, per evitare il disastro. Il Ministero gliel’ha concessa, imponendogli però una serie di prescrizioni, sotto il controllo dell’Anac: “Riorganizzare il sistema regionale di gestione dei rifiuti, dare impulso alla differenziata, trattare gli indifferenziati secondo le norme europee”.

Galletti dà atto alla giunta della Sicilia di aver cominciato a pre-trattare l’indifferenziato con impianti mobili e aver cominciato a realizzare gli impianti di TMB, oltre ad aver presentato all’Assemblea regionale un disegno di legge che ridisegna la governance in materia. Tuttavia “la Regione non ha messo in campo tutte le azioni di potenziamento della raccolta differenziata. Inoltre, pur avendo richiesto la disponibilità alle altre Regioni d’Italia, non ha poi stipulato gli accordi per l’invio fuori dal suo territorio dei rifiuti”.

In Puglia la raccolta differenziata è solo al 25,9% (contro un obbligo di legge del 65%) e i rifiuti finiscono in gran parte in discarica. L’Autorità anti-corruzione (Anac) ha messo in luce che i Comuni tendono a prorogare gli appalti di smaltimento alle solite ditte, senza fare gare. Regione e Comuni hanno gestito spesso il trattamento della spazzatura con ordinanze d’urgenza, in deroga alle normative. “La raccolta differenziata nella Regione Puglia nel 2014 ammonta a 493.741 tonnellate – ha detto il ministro -. Tale quantità rappresenta solo il 25.9 % del totale dei rifiuti prodotti. La percentuale di raccolta più elevata si è avuta nella Provincia di Brindisi (47,7%) mentre le percentuali più basse si registrano a Lecce (19,9%), Taranto (18,8%) e Foggia (18,2%). A luglio 2016 la differenziata è salita al 33.99%, ma il livello della raccolta è ancora modesto. La valorizzazione energetica appare esigua, mentre il ricorso alla discarica risulta predominante”.

In Puglia non mancano gli impianti di smaltimento: “Nove di compostaggio, 1 di digestione anaerobica, 13 di trattamento meccanico biologico (TMB), 1 di incenerimento, 14 discariche”. Tuttavia “la gestione dei rifiuti nella Regione Puglia si contraddistingue per il ricorso, da parte di Regione e Comuni, alle ordinanze urgenti, per derogare a disposizioni di carattere tecnico relative ad alcuni impianti e per consentire la parziale delocalizzazione delle attività di trattamento al di fuori dell’ATO di produzione. La maggior parte dei Comuni, invece, ha emesso le ordinanze per prorogare l’affidamento del servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti urbani.”. Galletti ha poi ricordato la delibera dell’Anac di quest’anno che denunciava come i Comuni continuino a prorogare gli affidamenti dei servizi di trattamento, senza fare le gare previste dalla legge. Il ministro ha ricordato come la Puglia abbia varato ad agosto una legge regionale che riorganizza la gestione dei rifiuti con un’unica Autorità di ambito ottimale (Ato), superando la frammentazione precedente.

Fonte: Ansa

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