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Rappresentata a Nissoria la versione teatrale del film “La banda degli onesti” di Totò e Peppino

Foto commedia La banda degli onesti

Quale quinto appuntamento della rassegna “Teatrando insieme”, giunta alla XV edizione, all’auditorium comunale “Nino Buttafuoco di Nissoria, nei giorni 10/11/12 marzo appena trascorsi, con i posti a sedere tutte le tre sere occupati, la Nuova Compagnia Teatrale “Il Canovaccio” di Leonforte ha messo in scena la versione teatrale del celeberrimo film “La banda degli onesti” interpretato di Totò e Peppino De Filippo e sceneggiato dai mitici Age e Scarpelli, maestri di satira e umorismo popolare.

   Nata come variante, appena più ambiziosa e malinconica, del classico ‘film di Totò’, ”La banda degli onesti” è una delle fondamentali tappe di maturazione della commediola d’impronta neorealistica, in procinto di trasformarsi in commedia all’italiana, che, nel film, al divertimento,   intreccia una garbata polemica sociale, l’ansia di un nuovo benessere negli anni che precedono il boom, ove un’umanità “minore”, vessata da ricchi e prepotenti, si coalizza in una velleitaria rivincita adottando i metodi scorretti dei suoi persecutori, ma senza riuscirci per eccesso di onestà.

   La brillante commedia ruota attorno alla figura di Antonio Bonocore, portiere napoletano di un caseggiato romano, che sostenta col suo lavoro madre, moglie, figli e cane, alloggiati in un seminterrato. Un giorno, un condomino in fin di vita, gli chiede di distruggere una matrice per banconote da diecimila lire e della carta filigranata, rubate anni prima alla Zecca di Stato. Bonocore obbedirebbe, se non fosse che il nuovo amministratore, il corrotto ragioniere Casoria, lo ha minacciato di sfratto e licenziamento; conserva quindi carta e matrice e, sperando di poterle utilizzare, cerca complicità dal tipografo Lo Turco e dal pittore Cardoni, indebitati come lui.

   Vinti dubbi e tentennamenti, i tre stampano nottetempo varie banconote, finché il figlio di Bonocore, guardia di finanza, viene trasferito a Roma proprio per indagare su degli abili falsari.

   La banda di fuorilegge si rivelerà un’altra, ma Bonocore e soci decidono di interrompere l’attività e di bruciare le banconote stampate, di cui per pavidità non hanno in realtà spacciato nemmeno un esemplare. Nel falò finiscono per errore i biglietti autentici dell’ultimo stipendio di Bonocore.

   Con la riuscitissima regia di Sandro Rossino, bravi interpreti della divertente rappresentazione teatrale sono stati: Enza Barbera nella parte del poligrafo – incisore Andrea, Angelino Parano in quella di Antonio Bonocore e Sandro Rossino in quell’altra del tipografo Giuseppe Lo Turco; Fabio La Magna nella parte del pittore Tommaso Cardoni e Federico Fiorenza in quella di Michele Bonocore (figlio di Antonio); Loredana Lo Pumo nella parte di Marina Bonocore (moglie di Antonio) e Sara Gazzana in quella dell’inquilina signorina Willoughby.

   Dulcis in fundo, Paolo Favazza nella parte del ragioniere Casoria e a seguire in quelle del signor Pizzigoni, di un postino, di un cameriere, di un tabaccaio, di una guardia notturna e di un maresciallo della Guardia di Finanza. Quali ragazzi avventori ricordiamo: Debora Fiorenza, Silvia barbera, Martina Frattalemi, Alessia Russo, Angela Leonardi.

    L’esilarante commedia ha avuto come addetti: Nino Giunta alle scene, Paolo Favazza agli arredi di scena, Sonia Inveninato ai costumi, Angela Pellegrino ed Evelin Cangeri alla direzione di scena,  Francesco Sanfilippo quale tecnico audio e luci e Sinatra Lights quale service.

   Il botteghino è stato curato dalla Casf Moda di Francesca Smario.

Giuseppe Sammartino

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