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Palermo: Vescovo Pennisi, lancia un appello alla politica regionale

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Palermo – “Le persone con disabilità, le loro famiglie che affrontano ogni giorno sacrifici ‘eroici’, gli operatori e le associazioni di volontariato in Sicilia vivono nella frammentarietà e nella precarietà dei servizi che portano ad una sfiducia paralizzante nelle istituzioni e a una distorsione costante delle relazioni. Già Papa Francesco, per il Giubileo delle persone con disabilità, ha denunciato la tentazione di tenere queste persone ‘separate’, in qualche ‘recinto, magari dorato’, o nelle ‘riserve’ dell’assistenzialismo perché non si intralci ‘il ritmo del falso benessere’, quando addirittura non si arriva a ipotizzare che sia ‘meglio sbarazzarsene quanto prima’ per evitare che diventino un peso insostenibile dal punto di vista economico. Noi non possiamo permetterlo”.
Così dichiara mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la Sanità, commentando dati e dichiarazioni che fanno seguito ai recenti fatti di cronaca che riguardano i disabili.
Già nell’ultima sessione di lavoro (Palermo, 16 – 18 gennaio 2017), i vescovi delle diciotto diocesi dell’Isola avevano esortato l’assessore regionale alla Famiglia, perché si creassero “percorsi virtuosi a favore delle persone disabili”, perché si rendessero “più stabili e certi i servizi scolastici ed extrascolastici”. Avevano chiesto “di redigere il Progetto individualizzato di vita per l’autodeterminazione e l’inclusione sociale” e, accogliendo l’invito del garante delle persone con disabilità, avevano invitato le autorità competenti ad essere sempre più presenti e coinvolte nelle fasi di programmazione delle iniziative a favore dei soggetti con disabilità”.
“La cartina al tornasole di una società civile – dice mons. Pennisi – è nell’attenzione e nella cura che si rivolge ai soggetti più deboli e svantaggiati: laddove sussistono barriere architettoniche e mentali si coltiva la cultura dell’emarginazione sociale e la ‘mentalità dello scarto’ e della ‘globalizzazione dell’indifferenza’. Facciamo appello perché le nostre Istituzioni regionali – conclude l’arcivescovo – mantengano le promesse fatte e si mettano al servizio della salute e della vita di tutte le persone. Vita che deve essere coerentemente difesa e promossa, non solo nel suo sorgere e nel suo tramontare, ma anche nel suo scorrere il più possibile sereno”.
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