Politica

Non esaltiamoci per il voto olandese

Galante-Luca

L’affermazione dell’estrema destra in Olanda al di sotto delle aspettative è stata letta come uno stop all’onda lunga della protesta iniziata con la Brexit e proseguita con l’elezione di Trump.

E’ un errore.

In primo luogo perché nonostante la sconfitta il partito della libertà di Wilders ha ottenuto il voto di quasi un olandese su 5, posizionandosi al secondo posto per numero di voti. Proprio male non è.

In secondo luogo perché il partito di centro dell’attuale premier ha vinto le elezioni esprimendo nelle ultime settimane (grazie ad Erdogan che ha gentilmente aiutato ed al quale deve almeno una cena) una politica duramente di destra anti-turca e rubando così voti a Wilders. Si è arrivato, nel silenzio generale, a negare il permesso di recarsi al proprio consolato ad un ministro di un Paese estero (la Turchia) con passaporto diplomatico su un auto del corpo diplomatico, accompagnandolo alla frontiera tedesca.

Neanche a Salvini sarebbe venuto in mente.

In terzo luogo il voto al partito della libertà era un voto inutile.

Gli olandesi lo sapevano benissimo. Non sarebbe mai potuto andare al governo in un Paese il cui sistema elettorale è totalmente proporzionale e nel quale tutti gli altri partiti avevano già espresso la volontà di non allearsi con lui in nessun caso, quindi perché votarlo? Questo è stato il pensiero di molti.

Poi non dimentichiamo l’affermazione dei verdi. Anche loro hanno incanalato il voto di protesta con un programma politico realizzabile forse solo su Pandora ma con un leader giovane, carismatico e telegenico. Ricorda il nostro ex e futuro premier, soltanto più giovane, più simpatico e più preparato.

Quindi non illudiamoci, la differenza la farà il voto per le presidenziali in Francia. Le Pen contro (presumibilmente) Macron, il cambiamento contro lo status quo. Il risultato di quelle elezioni determinerà in che modi e tempi si sbriciolerà il tempio che noi chiamiamo Europa.

Affascinante non trovate?

Luca Galante

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