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No anche dalla comunità iberica al gender e alla terapia che blocca la pubertà

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Alla manifestazione columbiana contro il gender fa eco la forte reazione della comunità spagnola che si è opposta alla norma, approvata dal governo iberico, riguardante il gender che prevede anche il trattamento farmacologico per bloccare la pubertà anche senza consenso dei genitori. Penso, che con tutto il rispetto per la scelta individuale di ciascun uomo si stia veramente esagerando. Il diritto di pochi sta divenendo violenza per molti soprattutto per i più i più deboli che hanno solo il diritto di crescere come natura vuole senza alcune manipolazioni psichiche e perlopiù chimico-farmacologiche. Per i vescovi Joaquin Maria López de Andújar,  José Rico Pavés e Juan Antonio Reig Pla (che sono anche denunciati per  essersi opposti coraggiosamente all’attuazione della norma approvata per  una “depatologizzazione della transessualità”, che passa anche attraverso il cambio di sesso di bambini molto piccoli anche senza l’autorizzazione dei genitori) la  norma è un vero abuso alla dignità dell’essere umano e una legge che non contempla neppure la libertà e neppure l’obiezione di coscienza e perlopiù è un “attacco al diritto dei genitori ad educare i propri figli” perdendo sempre più il diritto di essere famiglia. I presuli hanno sentito anche la necessità di fare un appello ai politici, ai professionisti della sanità e dell’educazione, così come agli sposi e ai padri di famiglia, nonché ai sacerdoti, a lottare “per l’edificazione di una cultura che vinca la menzogna dell’ideologia e si apra alla verità della creazione e della persona umana, garanzia ineludibile per la libertà”. Per una maggiore coscienza e conoscenza del fenomeno che mira al blocco farmacologico della pubertà i lettori sono invitati a fare un giro nel web.

Rosario Colianni

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