Politica

Leonforte: intervento in Consiglio Comunale sull’accoglienza ai migranti

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Riceviamo e pubblichiamo:

Durante la seduta della Conferenza dei Capi gruppo, sede di coordinamento e programmazione dei lavori del Consiglio Comunale, avevamo proposto di coinvolgere nel corso dell’odierna seduta anche le associazioni locali, il mondo del volontariato, le scuole, le chiese, la cittadinanza leonfortese perché la questione dei richiedenti asilo è un fatto umanitario che va trattato da ogni punto di vista, non un argomento che riguarda solo la politica.

La proposta di convocare un Consiglio Comunale “aperto” alla popolazione si allinea peraltro con la nota della Prefettura di Enna nella quale si invitano i Sindaci “ad un esame che assicuri un ampio coinvolgimento della popolazione anche attraverso i Consigli Comunali”.

E’ vero che il Consiglio Comunale è lo specchio della volontà cittadina, ma, quando si tratta di scelte così importanti, che inevitabilmente, creando un precedente, aprono le porte ad un processo forse inarrestabile di flusso migratorio nella nostra città, crediamo sia opportuno cercare con saggezza la strada della più ampia partecipazione di tutti i soggetti coinvolti in primis la popolazione ma anche le associazioni culturali, di volontariato ed esperti di un settore complesso.

La cittadinanza è realmente preoccupata e percepisce la modalità di accoglienza come l’ennesima decisione imposta dall’alto e che piomba sulla testa dei territori.

Il continuo flusso incessante e scoordinato di persone identificate come richiedenti asilo provenienti dall’estero, non può di certo essere scaricato sugli enti locali con ulteriori oneri, responsabilità e costi non legati al proprio territorio.

Manifestiamo perplessità in ordine all’adesione da parte del Comune al sistema Sprar in quanto tale modello non garantirebbe né un numero di richiedenti asilo prestabilito, né, tantomeno, finanziamenti certi, ma accollerebbe all’ente oneri e responsabilità da valutare attentamente.

 In primo luogo va sottolineato che attualmente non esiste alcun obbligo di adesione al sistema Sprar: i Comuni possono volontariamente aderire ovviamente nei casi in cui hanno mezzi, strutture, risorse umane ed economiche per poterlo fare!

Non è chiaro e definito il tetto dei profughi da accogliere perché la quota di richiedenti asilo per ogni numero di abitanti, per essere praticabile, necessita che vi sia l’adesione di tutti i Comuni.

Nessuno garantisce che tale numero possa aumentare in qualsiasi momento: in alcuni comuni, come Viterbo, che avevano inizialmente ospitato un numero minimo di migranti, si è andati ben oltre la quota stabilita nelle intese.

E’ bene sottolineare inoltre, che la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che rende esenti i Comuni dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza, deve applicarsi nella misura in cui il numero di posti Sprar soddisfi la quota di posti assegnata a ciascun Comune dal Piano Nazionale di Ripartizione dei richiedenti asilo e rifugiati.

In buona sostanza, anche con l’adozione dello Sprar i sindaci non potranno opporsi all’aumento del numero dei migranti che saranno costretti ad accogliere.

L’adesione allo Sprar, in un contesto normativo carente ed incerto, esporrebbe Leonforte al rischio di firmare una sorta di “cambiale in bianco”: l’adesione non impedirebbe, infatti, l’istituzione dei cas, che sono i centri d’accoglienza straordinari messi a disposizione dai privati, anche in quei comuni che hanno già aderito allo sprar creando di fatto un sistema di “doppia accoglienza!

Eclatanti i casi di quei comuni virtuosi che avendo aderito allo sprar, facendo integrazione e accoglienza, si sono ritrovati poi senza essere interpellati a dover accogliere sul proprio territorio decine di migranti alloggiati nelle strutture temporanee prefettizie, in convenzione con cooperative e società alberghiere, diventando veri e propri incubatori di rifugiati!

A Vitulano, pochi giorni fa, il Sindaco ha dovuto bloccare una strada di accesso per impedire l’arrivo di ulteriori migranti protestando contro il Prefetto di Benevento che aveva imposto il Cas nonostante quel comune avesse già aderito allo Sprar violando la tanto venerata clausola di salvaguardia.

Altra circostanza importante: l’eventuale adesione da parte del Comune di Leonforte allo Sprar non impedirebbe l’arrivo di un numero indefinito di minori non accompagnati, aumentando complessivamente il numero dei migranti presenti nel nostro comune.

Vi sono comuni che hanno subito una triplice accoglienza: hanno prima aderito allo sprar, in seguito, hanno accolto i migranti nella formula del Cas e nello stesso tempo nella medesima località si sono create strutture che hanno accolto i minori non accompagnati..

Se il Governo non deciderà di far rispettare i nostri confini i numeri dell’invasione aumenteranno e non ci saranno mai percentuali o clausole di salvaguardia che possono bloccare tale flusso migratorio!

Aderire allo Sprar volontariamente significa che il Comune di Leonforte si troverebbe nelle condizioni di poter gestire i flussi, ammettendo implicitamente di possedere i mezzi, le risorse, gli strumenti utili ad affrontare un fenomeno che in realtà è più complesso di quello che si pensa.

Come può il Sindaco avere la certezza che potrà controllare il numero degli arrivi grazie alla clausola e affermare che occorre addirittura fare in fretta ad aderire allo Sprar altrimenti si rischia di rimanerne fuori?

Ribadiamo che il sistema Sprar prevede un’adesione spontanea e volontaria degli enti locali e non un’imposizione e non c’è alcuna fretta ma occorre ragionare e valutare se il nostro paese già martoriato per altre difficoltà, è realmente nelle condizioni di poter ospitare migranti!

Molti enti locali non stanno aderendo al sistema Sprar perché hanno capito che si tratta di una trappola dimostrando con dati alla mano che tale modello non solo non offre le garanzie promesse in termini di rispetto delle quote e della clausola di salvaguardia, ma pone a carico dei Comuni una serie di incombenti e di oneri finanziari.

Il D.M. 10.8.2016, recante norme di accesso dei Comuni allo Sprar, prevede infatti, in ben 40 articoli, un sistema complesso di oneri a carico dei Comuni, fra i quali la redazione di un piano finanziario preventivo e una relazione di cofinanziamento.

L’art. 13 prevede che il finanziamento viene erogato non in modo certo, ma “in base alla disponibilità finanziaria” dello Stato, secondo l’ordine della graduatoria (e quindi non necessariamente al 100% per la parte che compete allo Stato).

L’art. 19 prevede il piano finanziario preventivo con una partecipazione del comune pari al 5% del fabbisogno finanziario: emerge, pertanto, che non solo lo Stato non garantisce l’erogazione del 95 %, ma prevede invece che il Comune dovrà partecipare nella misura del 5%.

Ci sono rischi di ritardare i pagamenti nei confronti del Comune il quale potrebbe essere costretto ad anticipare somme ingenti per conto dello Stato …

L’art. 23 prevede che nella redazione del piano finanziario, il Comune deve allocare risorse non inferiori al 7% del fabbisogno finanziario sotto la voce “spese per integrazione”, non potendosi ricomprendere detta voce nel cofinanziamento del 5%.

Non siamo contrari all’accoglienza degli immigrati, tuttavia finché non si normerà realmente il fenomeno, con più certezza del diritto, non possiamo condividerne l’adesione.

Anziché andare a raccontare in giro che il sindaco avranno il controllo della situazione sui numeri, sbandierare una clausola di salvaguardia che in realtà è “vessatoria”, anziché raccontare che il finanziamento è totalmente a carico dello Stato mentre nella realtà il Comune deve partecipare in prima linea,  il nostro Sindaco dovrebbe scrivere una relazione dettagliata a chi di competenza facendo emergere che un comune come il nostro non ha le strutture adeguate nè le risorse necessarie a sostenere, al momento, un sistema cosi complesso come l’accoglienza dei migranti sia nel caso dello Sprar sia nel caso dei Cas sia nel caso dei minori non accompagnati!

Leonforte sarebbe nelle condizioni di garantire la giusta attenzione sanitaria alle esigenze dei migranti per cure e screening, considerata l’attuale situazione sanitaria locale, già fortemente colpita dal noto ridimensionamento dell’Ospedale Ferro Branciforti Capra?

Qui siamo al paradosso: da una parte l’Ospedale di Leonforte subisce la cancellazione sistematica di interi reparti (ginecologia, ostetricia, pediatria, solo a titolo esemplificativo), il ridimensionamento di reparti di vitale importanza, il malfunzionamento del pronto soccorso,  costretto ad elemosinare persino l’ambulanza, dall’altra parte dovremmo però essere pronti ad accogliere migranti ai quali non possiamo garantire neanche la salute?

Il Comune possiede mezzi e strutture necessari per poter garantire la sicurezza dei cittadini e dei rifugiati stessi, soprattutto alla luce delle note problematiche della Polizia Municipale che non riesce a garantire i servizi essenziali alla cittadinanza tant’è che anche per irrogare le sanzioni amministrative la Giunta ha deliberato l’esternalizzazione del servizio di sosta a pagamento votata e approvata dai consiglieri di maggioranza?

Come può un paese come il nostro gestire tali fenomeni quanto non riesce a combattere gravi problematiche sociali quali la disoccupazione, la povertà, il calo demografico, con i servizi sociali che non riescono a rispondere a tutte le problematiche territoriali?

Come può il nostro paese affrontare oneri e costi previsti dal sistema Sprar se da un punto di vista finanziario ha adottato recentemente un piano di riequilibrio finanziario da noi definito “quaresima decennale” per i cittadini leonfortesi?

Se il Sindaco decide di aderire allo SPRAR deve avere la certezza che il numero dei richiedenti asilo a Leonforte venga bloccato realmente, che  vengano ben definiti gli obblighi e gli oneri che il nostro Comune dovrà sostenere e che venga garantito in modo certo ed inequivocabile il finanziamento da parte dello Stato.

Il Sindaco prima di aderire a qualunque forma di accoglienza dovrebbe ricevere ampie rassicurazioni sul mantenimento del nostro nosocomio a rischio chiusura!

               La preoccupazione è infatti che un’adesione acritica al sistema Sprar possa in qualche misura destabilizzare da ogni punto di vista un Comune, quello di Leonforte già abbastanza provato, comprimendo ulteriormente l’attività amministrativa ed i servizi ai nostri concittadini.

I consiglieri comunali

Pietro Vanadia

Ghirlanda Giovanni

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