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La denuncia di Unimpresa: “Lo Stato? Il primo evasore insieme alle grandi compagnie”

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“Lo Stato Italiano è il primo degli evasori e sta in gran bella compagnia con le grandi industrie”. La denuncia è del direttore di Unimpresa En-Cl Salvatore Puglisi che aggiunge: “Sappiamo bene e da anni che lo Stato non versa i contributi dei propri dipendenti all’Inps causandone un buco. Evade e  non c’è alcuna norma che lo sanzioni. Invece se un piccolo imprenditore non paga regolarmente alla scadenza viene martoriato dalle multe che lo possono portare al fallimento”. La denuncia di Puglisi si fa ancora più dura: “Lo Stato evade e offre copertura alle grandi aziende. E’ di questa mattina un’autorevole denuncia giornalistica che le aziende che gestiscono le piattaforme petrolifere al largo della Sicilia non pagano tributi da almeno dieci anni. Gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate non hanno neppure potuto leggere nei loro libri contabili. Se a questo aggiungiamo i continui salvataggi di banche deficitarie, a carico dei cittadini, è ben comprensibile come lo Stato oltre ad essere il primo evasore copra anche le grandi aziende”. La denuncia di Puglisi s’innesta in quella odierna, dal perimetro regionale, di Antonio Fiumefreddo amministratore unico di Riscossione Sicilia. Parole che fanno tremare i polsi. Secondo l’amministratore negli ultimi 10 anni la Regione non ha riscosso 52 miliardi di euro”. In un anno l’erario regionale avrebbe dovuto incassare qualcosa come 5 miliardi e 700 milioni e invece ne incassa solo 480 milioni, l’8% del dovuto. Ma allora chi evade? “Non certo le piccole imprese – afferma con convinzione Puglisi – le grandi aziende e gli enti ai quali la Regione non domanda mai nulla né tantomeno pretende le multe. Quelle sono solo per noi”. Non è la prima volta che Unimpresa esce allo scoperto con denunce forti. Già lo scorso anno lo stesso Puglisi gridò a gran voce che le grosse aziende non pagano le tasse. “Lo Stato fa cassa con le nostre piccole imprese. Ha distrutto del tutto il settore edile che solo in Sicilia ha perso oltre 30 mila occupati. Ha distrutto quel tessuto connettivo imprenditoriale storico per l’Italia fatto di piccole e medie imprese che oggi spariscono dallo scenario economico o se restano sono chiamati a fare i conti continuamente con il cappio al collo delle banche e delle agenzie di riscossione dei tributi. E la Regione offre spazi enormi per la grande evasione”. Per Puglisi è necessaria una svolta storica: “Un fisco più giusto che comprenda il grave disagio delle nostre aziende e offra una mano nei pagamenti con rateizzazioni e flessibilizzando le situazioni debitorie. Lo Stato non può continuare a fare cassa con le piccole imprese e non far pagare le grandi. E’ necessario – conclude il direttore di Unimprese En-Cl – più onestà e più equilibrio, in caso contrario sarà la distruzione per l’intera

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