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La bozza di proposta elettorale: ecco il “rosatellum”

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Con la mia nota pubblicata il 13 maggio scorso su questa stessa testata, quando all’esame della Commissione Affari Costituzionali vi era la proposta di riforma elettorale presentata dal  Presidente della Commissione on. Mazziotti, immediatamente ritirata per il mancato consenso della maggioranza dei membri, avevo suggerito di valutare la opportunità di unificare i collegi elettorali ( Camera e Senato ) per realizzare uno dei tanti punti controversi che, fin dall’inizio dell’era repubblicana, non hanno mai rispettato quanto previsto dall’art.51 della nostra Carta Costituzionale : la dimensione dei collegi.

Problema da me trattato e portato all’attenzione degli organi competenti  diverse volte, fin dal lontano 1986, come risulta da numerosi  articoli di stampa datati e dalle lettere pervenutemi dalla Presidenza della Repubblica e dal Presidente della Camera dei Deputati.

Oggi è stata resa nota la nuova proposta presentata dall’On.Rosato per conto del P.D, che prevede la creazione di n. 303 collegi elettorali uguali sia per l’elezione della Camera dei Deputati che per quanto riguarda il Senato.

Finalmente una seria proposta che rispetta il disposto dell’articolo 51 della nostra Costituzione che così recita “ Tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizione di eguaglianza.

Nella mia nota sottolineavo che non vi era una condizione di eguaglianza tra un candidato della circoscrizione Sardegna di 24000Kmq e quello della circoscrizione di Campobasso che si estende su 4500Kmq.

Speriamo che almeno questa proposta possa essere approvata con una larga maggioranza.

Senza volere entrare nel merito della legge per quanto riguarda  il sistema elettorale, cosa che ha già creato e continuerà a creare grandi difficoltà, non è accettabile, per la proposta contenuta nel “Rosatellum” relativa alla quota del 50% proporzionale, la espressione “ quattro candidati per  lista bloccati”.

Espressione  che non parla del voto di preferenza e che determinerebbe la nomina del 50% dei parlamentari.

Problema questo superficialmente sfiorato dalla Corte Costituzionale nell’esaminare la costituzionalità del porcellum.

Forse il testo della Costituzione è stato emendato ad insaputa di tutti, perché la lettura dell’art.51 della Costituzione sopra richiamato è di una chiarezza tale da non consentire a nessuno, specie alla Corte Costituzionale, una  “particolare” interpretazione.

Corte che a volte vede,  a volte non vede ed a volte stravede.

In una mia nota dell’8 luglio 2013, pubblicata sempre su questa testata e inserita alla pag. 80 del primo volume del libro “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”, così mi esprimevo: “Quando la più alta Autorità di garanzia  garantisce niente, significa che siamo veramente alla frutta”.

angiolo alerci

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