Politica

“Forse qualcosa si muove” di Angiolo Alerci

Foto Alerci Angiolo 2

“La stampa di questi giorni riporta la notizia che il Ministro Padoan ha predisposto una nuova proposta per la soluzione del problema delle privatizzazioni.

Conferire alla Cassa Depositi e Prestiti la gestione di partecipazioni e di parte del portafoglio investimenti del settore pubblico (Poste, Eni ed Enel) e, possibilmente allargare il perimetro dei conferimenti includendo parte del grande patrimonio immobiliare che tanti problemi sta creando alle amministrazioni pubbliche proprietarie.

Operazione destinata a ridurre il nostro debuito pubblico.

Sono trascorsi circa quattro anni dal 7 settembre 2013,  quando in un mio articolo dal titolo “DEBITO PUBBLICO: sempre le stesse promesse” riferendomi ad una proposta fatta dal Presidente dell’Antitrust prof. Pitruzzella suggerivo questa mia proposta:

Una proposta vorrei sottoporre all’attenzione del prof. Pitruzzella: conferire in un fondo sia l’importo delle valutazioni correnti delle partecipazioni azionarie e del valore del patrimonio immobiliare, concordare con gli Istituti di credito, le grosse finanziarie ed i grandi gruppi assicurativi la sottoscrizione del relativo capitale il cui ammontare, secondo le indiscrezioni giornalistiche di circa 500/miliardi di Eu, potrebbe ridurre in modo considerevole il nostro debito pubblico”.

La proposta del Ministro Padoan oggi cambia soltanto il destinatario con il  quale questa operazione potrà  essere definita: la Cassa Depositi e Prestiti, dal momento che, specie per gli Istituti di credito, la situazione in questo periodo non è tranquilla.

La conferma che la mia intuizione è datata 7 settembre 2013 è documentata  dai numerosi giornali on line che ospitano i miei articoli, successivamente pubblicati nel primo volume di “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana” alla pag. 87.

Si potrebbe parlare di plagio, con la grande responsabilità di avere ritardato di circa quattro anni la possibilità di ridurre del 25% il nostro debito pubblico, allora di eu 2000/ miliardi ed oggi di oltre 2300/miliardi.       Debito pubblico che,  nel corso di oltre cinque anni di collaborazione con i giornali , è stato da me trattato molte volte in occasione  delle inutili discussioni e proposte sempre fatte, solo per superare motivi contingenti.

Recentemente si è parlato di “ plagio “ per la tesi di dottorato di una Ministra in carica.

Ma  un altro plagio ha colpito altra mia proposta.

Il 27 aprile 2014 nello spirito di collaborazione richiesto da Renzi, ho trasmesso un  mail che suggeriva questa mia proposta per la formazione del nuovo Senato.

Composizione del Senato:  n. 100 membri:

60 -in rappresentanza delle Regioni

20-  Sindaci dei Capoluoghi di Regione

10 – in rappresentanza delle parti sociali

10 – di nomina del Presidente della Repubblica.

Con una sua mail il Presidente Renzi mi ringraziò sia le mie “proposte” che  per le mie critiche, dal momento che allo stesso facevo pervenire tutti i miei articoli che lo riguardavano.

A distanza di due mesi il 21 giugno 2014, dopo anni di studio e ripensamenti, la Commissione Affari Costituzionali del Senato, Presieduta della Senatrice Anna Finocchiaro, esitò la seguente proposta:

Composizione del Senato:  n. 100 membri

  1. 75 – consiglieri regionali

n.21 – Sindaci

  1. 5 Nominati dal Presidente della Repubblica

Proposta integrata dai seguenti elementi peggiorativi che sono stati anche determinanti in sede della negativa valutazione del quesito referendario:

– la introduzione della immunità per i nuovi Senatori;

– elezione diretta dei membri del nuovo Senato;

– eliminazione dei rappresentanti delle forze sociali, la cui presenza avrebbe potuto consentire al nuovo Senato di svolgere anche quelle funzioni che dovevano essere svolte  dal CNEL, di cui ne era stata prevista  l’abolizione.

Allo scopo di evitare di essere io considerato   il “plagiatore” ho richiesto , con lettere spedite direttamente alla Senatrice Finocchiaro ed alla Ministra Boschi, informazioni se agli atti del Senato esistevano proposte simili, prima della data del 27 aprile 2014.

Non essendo  pervenuto alcun riscontro ho formalizzato la richiesta con una lettera aperta pubblicata il 17 ottobre 2015, sempre sugli stessi giornali on line, trasmessa alle due Signore interessate e pubblicata alla pag.9 del secondo volume di “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”.

Non avendo avuto notizie al riguardo,  non posso non affermare che nei due casi considerati gli organi dello Stato hanno compiuto e stanno compiendo un “reato” di plagio, a prescindere della fine che ha fatto la riforma del Senato.

angiolo alerci

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