Cultura

Enna: sabato sera al Duomo, eseguito brano inedito di Giuseppe Coppola

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Si segnala un importante ritrovamento che riguarda il locale patrimonio musicale, fatto da un gruppo di studiosi in cerca di testimonianze del passato, specialmente religioso e collegato con la celebratissima Settimana Santa. Si tratta di un testo del compositore napoletano settecentesco Giuseppe Coppola (padre di Pietro Antonio) che a Enna visse e operò come maestro di cappella. “Popule meus” è il titolo di questo brano, eseguito, sabato sera al Duomo, dal coro “Passio Hennesis” diretto da Giovanna Fussone, dal corpo bandistico “Città di Enna” guidato da Luigi Botte e dall’orchestra d’archi “ Eco”. L’evento, tenutosi nell’accogliente Chiesa Madre ennese davanti a un folto, attento e commosso pubblico, è stato introdotto e commentato dall’attrice Elisa Di Dio (foto). Applausi e ripetute richieste di bis hanno gratificato i musicisti.

Mons. Francesco Petralia ha ricevuto la partitura recuperata e trascritta grazie all’impegno di alcuni volenterosi interessati a questa operazione culturale: il vice parroco Giuseppe Rugolo, il presidente del Collegio dei Rettori delle Confraternite ennesi Ferdinando Scillia e lo storico dell’arte Rocco Lombardo.

Consultato l’archivio storico della Chiesa Madre, purtroppo lacunoso e di difficile lettura, seguendo le indicazioni della musicologa Ilaria Grippaudo, sono stati individuati alcuni brani legati alla Settimana Santa, tra cui “Popule meus” di Giuseppe Coppola. L’opera, che ha subito destato l’interesse degli studiosi, è stata rielaborata per coro, orchestra d’archi e banda.

Il compositore ennese Jossy Botte, figlio di Luigi, ispiratosi ai suoi ricordi infantili dei sacri riti ennesi, ha composto un’introduzione all’opera di Giuseppe Coppola.

Diffusasi la voce del ritrovamento nell’ambiente musicale ennese, si è subito manifestato interesse per l’opera e l’autore e in particolare due alunni dell’Istituto musicale, Gaia Maimonte e Michele Savarino, guidati da Rocco Lombardo e dall’insegnante Sergio La Duca, hanno approfondito una ricerca sul tema. Il brano fu scritto per la liturgia del Venerdì Santo, interpretando gli spasimi del Cristo morente.

Dopo questo importante ritrovamento, si auspica che altri preziosi scritti, appartenenti alla nostra storia e tradizione culturale, possano venire alla luce per accrescere il cospicuo patrimonio locale esistente.

 Anna Maria De Francisco

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