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Coinvolgente tavola rotonda sul culto e la devozione a Maria Addolorata a Leonforte

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   Organizzata dalla Confraternita Maria SS. Addolorata, Unità Pastorale S. Giovanni Battista – S. Stefano, ha avuto luogo a Leonforte, presso la Parrocchia S. Stefano, in contemporanea ad una rappresentativa esposizione fotografica, una tavola rotonda su “Maria, madre di misericordia, il culto e la devozione dell’Addolorata”, coordinata da Loredana Lo Pumo, brava attrice della Compagnia teatrale “Il Canovaccio” di Leonforte.

   Con un’ampia presenza di devoti a Maria Addolorata, alla tavola rotonda hanno partecipato padre Giuseppe Galassi dell’Ordine dei Servi di Maria, Aldo Benintende, Presidente della Confraternita Maria SS. Addolorata, Giusy Gallina, Presidente della Consorelle Maria SS. Addolorata, il prof. Giuseppe Nigrelli, storico leonfortese, Danilo Livera di Agira, curatore dell’esposizione fotografica.

   Una tavola rotonda curata con tanto fervore mistico, nella quale, a dire della Lo Pumo, facendo riferimento a quella leggendaria dei Cavalieri di Camelot e di Re Artù monarca ideale, Maria Addolorata, è la regina, il suo altare circolare, è luogo di culto e di preghiera, i suoi fedeli, sono devoti cavalieri, che con la cresima diventano soldati di Gesù Cristo.

   A dire di padre Giuseppe Galassi il culto della Madonna è nato in Germania. Si sviluppò a Firenze nel 1233, quando nacque l’Ordine dei Servi di Maria in opposizione all’eresia dei Catari di Francia che sostenevano il virtualismo di Gesù (non vero uomo), professavano una decisa opposizione alla dottrina della presenza reale del Cristo nell’eucarestia e negavano che la Vergine Maria fosse stata la madre di Gesù in quanto, non avendo mai avuto un corpo, non poteva nascere (per i catari ella fu un Angelo che aveva assunto le fattezze di una donna). Nel 1614 c’è un’esplosione di devozione alla Madonna. Per volere di papa Innocenzo X, l’Ordine dei Servi di Maria, loro padrona, celebrano per la prima volta il suo culto nel 1646, nella terza domenica di settembre. Dall’Ottocento in poi, per volere di Pio X, il culto a Maria viene festeggiato  il 15 settembre.

   Fin dall’inizio c’è stata la venerazione della Madonna Addolorata associata sempre a Cristo. Pio XI, nel giubileo del 1933, l’ha ricondotta alla crocifissione di Gesù. I Servi di Maria hanno puntato sull’incarnazione, sull’annunciazione, su Maria come madre universale, su Maria la somma di tutti i dolori, nei confronti del figlio che soffre e di tutti noi che soffriamo. Maria riporta la storia dell’uomo ad Adamo ed Eva. La costituzione fisica, psicologica, morale di Maria è, per l’appunto, l’immacolata, l’addolorata, la somma di tutto il dolore della creazione.

   Aldo Benintende ha espresso gratitudine verso gli organizzatori perché gli hanno dato l’opportunità di ringraziare i suoi genitori, che gli hanno trasmesso il dono dell’Addolorata presente nel popolo di Leonforte. La Madonna è venerata in tutte le chiese di Leonforte come Madonna dei sette dolori. Il suo culto si diparte da Porta Palermo, dove c’è un tabernacolo, e arriva alla Porta San Filippo, cosiddetta dei “Pipituna” (porta dei due piloni), sovrastata dall’icona della Madonna con Cristo morto e due angeli.

   A Leonforte vi sono due immagini di Maria Addolorata. Quella in cartapesta della Chiesa Madre, della Madonna seduta ai piedi della Croce che piange il proprio figlio, che segue la statua dell’Ecce homo. Vi è anche l’altra, un capolavoro d’arte commissionata da padre Leopoldo Pontorno allo scultore Carmelo Bruno di Lecce e collocata nella chiesa S. Stefano.

   Quest’ultima è un’espressione orante verso l’Altissimo, con le mani rivolte al Cristo, un’immagine che indica presenza, forza, fede, speranza, attesa, che fa gustare il preludio della resurrezione, che incanta, che innamora, una maternità che fa nascere uomini coraggiosi che sanno affrontare le difficoltà della vita. La Madonna delle sette spade, dei setti dolori, dell’annuncio di Simeone: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima”.

   Per il popolo di Leonforte la processione dell’Addolorata durante il Martedì Santo è una tradizione che supera quella del 15 settembre, perché il martedì fu l’ultimo giorno della predicazione pubblica di Gesù iniziata con le nozze di Cana. Per il confrate Aldo Benintende, nelle processioni dedicate alla Madonna, tutto è armonia: Il volto della Madonna baciato dal sole, il rintocco delle campane, il ritmo della banda musicale, il canto della Confraternita. Un tutto che genera emozioni che possono generare dei Santi.

   Per Giuseppe Nigrelli, cultore e storico benemerito dell’Addolorata, la Chiesa di S. Stefano, dove si trova una delle due statue, è il tempio più importante di Leonforte. In tale paese le manifestazioni religiose sono prevalentemente mariane. Si inizia, infatti, da Maria Addolorata della Chiesa S. Stefano per passare alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo o anche del Carmine della Chiesa Madre, poi si prosegue con Maria Ausiliatrice del Collegio di Maria e ancora con Maria SS. Annunziata dell’omonima parrocchia, per finire con Maria Santissima della parrocchia della  Catena (parte alta del paese di Leonforte). Duplice festa della Madonna del Carmine, padrona di Leonforte: quella ecclesiastica del 16 luglio, che si celebra nella Chiesa della Madonna e quella popolare del 16 agosto che si festeggia nella Chiesa Madre. La stessa cosa per la festa di Maria Addolorata del 15 settembre del calendario e quella del Martedì Santo.

   Protagonista della processione di Maria Addolorata durante il Martedì Santo, a suo dire, è la Confraternita dell’Addolorata, che, dal 1657, per testamento di Gianbattista Falciglia, la gestisce assieme all’Ospedale e alla Parrocchia di S. Stefano. Il parroco, l’ospedaliero e il confrate dovevano procedere assieme nella processione. Questo è accaduto fino all’Ottocento, quando la Parrocchia di S. Stefano era autonoma. Oggi, sopravvive soltanto la Confraternita, che cresce sempre di più, mentre le altre due realtà sono scomparse. Il nome della Confraternita all’inizio era quello di Maria della Misericordia, del Monte di Pietà per il Falciglia come si trova nei documenti del notaio La Marca. La formulazione più precisa della Confraternita si ha nel 1773, quando verrà chiamata Venerabile Società di Maria ai piedi della croce o Monte di Pietà. Poi si chiamerà Confraternita di Maria l’Addolorata, la cui festa nasce nel 1808, per decisione del vescovo di Catania.

   La Confraternita ha una ripresa e una moderna definizione dal 1872 con il parroco Leopoldo Pontorno. che cerca di conferire alla associazione una prevalente fisionomia religiosa e farla rientrare in modo esplicito entro l’ambito clericale. Nel secondo dopoguerra, invece, conduce vita grama ed è stata tenuta in piede, nella sua precaria sussistenza, per volontà del parroco Giuseppe La Greca, durante la cui reggenza diventa una realtà trascinante di ripresa della Parrocchia di S. Stefano.

   Per Giusy Gallina la confraternita dell’Abitino dei sette dolori è il corrispettivo femminile della confraternita Maria Addolorata, affiliata fin dal 1918 dal padre generale ai Servi di Maria. Questa confraternita è cresciuta nel culto e nella devozione della Madonna che ha tenuto in vita durante il periodo di crisi della Confraternita dell’Addolorata o Monte di Pietà.

   La Confraternita dell’Abitino o delle Consorelle di Maria SS. Addolorata è composta da consorelle effettive e da consorelle onorarie appartenenti alla parte colta del paese di Leonforte che venivano a solennizzare la Madonna nelle feste ricorrenti.

   L’abbellimento della Madonna Addolorata veniva fatto dalle consorelle effettive. La cosa più bella di questo innamoramento per la Madonna è il carisma, il culto che non è stato mai cambiato. Il primo nome della Confraternita dell’Abatino dei Sette Dolori è quello di Aldo Benintende.Le donne di questa Confraternita che ci hanno preceduto sono state donne di fede e per esserlo non basta indossare l’abito. Ha espresso un grazie a padre Galassi per aver condotto una settimana mariana profonda di grande devozione.

    Danilo Livera ha illustrato i dieci scatti fotografici da lui riprodotti per ricordare la festa di Maria Addolorata e la processione del Martedì Santo e a conclusione del suo breve intervento ha richiamato la frase che “una città o un paese senza tradizione è soltanto un agglomerato urbano”.

   Rosa Elena Pedalino, assessore alla cultura e pubblica istruzione di Leonforte, quale figlia d’arte nata nella Confraternita, ha voluto ricordare di vivere una grandissima emozione durante la festa dell’Addolorata.

   A chiusura della riuscita tavola rotonda un socio della Confraternita Maria Addolorata ha voluto ricordare che nel 1986 è stato il Sindaco Sammartino a ripristinare la festa di Maria Addolorata del Martedì Santo come solennità religiosa a carattere civile.

Giuseppe Sammartino

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