Cultura

Chi esce magari riesce, chi rimane crea il suo domani!

futuro

E’ opinione comune che quando nel proprio paese, ove si è nati, cresciuti e gustato le prime gioie della vita, i cui luoghi, profumi, gli stessi respiri delle persone più care e soprattutto i giovanili amori, ci rimangono per sempre indelebili nel cuore e nella mente come tatuaggi scolpiti sulla nuda carne, non ci sono le condizioni favorevoli per realizzarci e nemmeno per garantire la sopravvivenza, sia necessario e opportuno andare via alla ricerca di altri posti ove questo diritto a rimanere in vita e all’autoaffermazione possa essere pienamente realizzato spinti dall’idea ormai di moda che chi esce dal proprio ambiente, riesce prima o poi ad affermarsi (cu nesci, arrinesci).

Quando, infatti, emigrare per realizzare la propria personalità non è un diletto dell’anima e neppure un vezzo da primadonna ma una necessità di vita, perché dove si risiede non c’è alcuna prospettiva di riuscirci, anzi c’è tanta incomprensione, spesso emarginazione e non ci è consentito nemmeno di sopravvivere dignitosamente, è legittimo, anche utile e vitale, lasciare tutto, abbandonare, senza rimpianti, ogni cosa, dire addio, magari per sempre, al proprio paese.

Migliaia, per non dire milioni, l’hanno già fatto, anche se pochi hanno raggiunto, oltre al necessario lavoro, il tanto sospirato, a volte, meritato successo, senza essere costretti a rinunciare a qualcosa di loro stessi, anche alla cosa più bella e più cara qual è la propria dignità di uomini liberi e per bene, giacché la società spesso è brutale, non ammette repliche e non fa sconti a nessuno, nemmeno ai più forti, intelligenti e valorosi.

Il risultato – è amaro constatarlo – di questa emigrazione di massa alla ricerca della propria affermazione, è che, specialmente negli ultimi anni, sull’esempio delle starlette televisive, delle cosiddette veline, sono saliti alla ribalta, hanno cioè acquisito notorietà, coloro che, spesso con scarsissimo talento, pur di far parlare di sé, sono stati disponibili al compromesso.

Costoro sono diventati dei personaggi giornalistici e anche televisivi, a volte delle stars, al prezzo di essere mandati allo sbaraglio, con troppa disinvoltura e perfido cinismo, nei salotti della tv spazzatura, come clowns da circolo o, peggio ancora, come gladiatori nelle arene romane, dati in pasto ad un pubblico sempre più esigente e frivolo, dedito ai sollazzi e divertimenti da luna park.

Così abbiamo assistito e ancora assistiamo, al posto di programmi educativi di cultura o d’intrattenimento, ad effimeri spettacoli televisivi quali Ciao Darwin, Il Grande Fratello, l’Isola dei famosi, Uomini e Donne, ove si esibiscono, in scene piene di banalità e a volte anche di volgarità, personaggi anonimi, spesso senza alcun talento e virtù se non quelli di aver un bell’aspetto o dei corpi statuari il più delle volte gonfiati artificiosamente.

Allora diventa legittimo ed estremamente utile domandare ai tanti giovani siciliani di talento e ricchi di progetti e start up originali: perché, per effimeri o anche duraturi successi personali, andare via dalla vostra terra, quando rimanendovi, invece, potete, anche a costo di più sacrifici e resistenze, progettare assieme agli altri, specialmente colle persone più vicine e più care,  il vostro – che è poi di tutti noi – futuro, senza rinunciare alla parte più virtuosa di voi stessi, a quegli ideali e valori per i quali siete disposti a lottare e a morire (è accaduto ultimamente diverse volte)?

Non è forse meglio investire le vostre conoscenze, le vostre risorse, come stanno facendo (anche se ancora pochi) da pionieri dello sviluppo regionale alcuni siciliani ed ennesi di grande coraggio ed eccezionale talento, nei luoghi in cui siete nati, cresciuti, ove ancora avete legami di sangue e profondi affetti, per creare occasioni di sviluppo per tutti?

Rimanendo, invece, nei vostri paesi, dovete essere voi, senza delegare nessuno, a progettare il vostro avvenire, a lottare in prima persona, senza arrendervi mai, per spingere con i mezzi democratici (la protesta e il voto innanzitutto) chi ha in mano le leve del potere, chi governa le istituzioni, a lavorare per la vostra, e anche nostra, terra, per creare finalmente un domani di sviluppo e benessere per tutti. Solamente così, senza alcuna retorica e nessuno inganno, riuscirete ad essere delle persone lungimiranti, degli uomini che amano la propria terra e di valore.

Giuseppe Sammartino.

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