Arriva la “tassa sulla morte”, pronti anche i requisiti obbligatori per le imprese funebri
Prosegue il cammino del ddl sulla “Disciplina delle attività funerarie” a firma principale di Stefano Vaccari (PD), in questi giorni all’esame della Commissione Igiene del Senato. Tra i principali obiettivi, il testo si propone di definire i soggetti che possono operare nel settore funebre, riorganizzare la tipologia di operatori privati, riordinare il sistema cimiteriale, combattere l’evasione fiscale.
Il provvedimento, sostanzialmente, nel riformare il settore funebre giunge ad introdurre nuove forme di tassazione, tanto da aver spinto più fronti a parlare di una vera e propria “tassa sulla morte“.
Per coprire gli oneri per la vigilanza e il controllo circa l’osservanza delle norme per le attività funebri nel proprio territorio di riferimento, si prevede altresì un contributo fisso da corrispondersi per ogni funerale, e per ogni operazione cimiteriale a pagamento, pari a 30 euro, rivalutati ogni anno in base al tasso di rivalutazione monetaria rispetto all’anno precedente.
Inoltre, ai Comuni sarà imposto di destinare una quota del gettito annuale della TASI, non inferiore al 20 per cento, in presenza nel suo territorio di cimitero avente caratteristiche monumentali, con il rischio che un eventuale aumento di tassazione, per mantenere in equilibrio i bilanci comunali. arrivi a riverberarsi sui contribuenti.
Non migliore è il destino delle imprese funebri che saranno sottoposte a onerosi requisiti per rimanere sul mercato: ad esempio, oltre una determinata soglia di funerali annua, questi dovranno dotarsi di 3 mezzi funebri di proprietà, 6 necrofori assunti a tempo indeterminato, ed un direttore tecnico. Oltre i 1000 annui, invece, i mezzi funebri saranno 4 e i necrofori 12, sempre con la presenza del direttore tecnico.
Fonte Studio Cataldi