Mazzette per evitare multe e sequestri: arrestati tre agenti della polizia stradale
Avrebbero dovuto sborsare dei soldi per evitare multe e sequestri, ma due imprenditori hanno denunciato tutto ed hanno fatto scattare le indagini su tre agenti della polizia stradale di Palermo, oggi finiti in arresto L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip su richiesta del procuratore aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto procuratore Pierangelo Padova: gli assistenti capo Nicolino Di Biagio, Giuseppe Sparacino e Francesco Paolo Minà sono accusati di concussione, corruzione e falso in atto pubblico.
L’indagine condotta dalla squadra mobile di Palermo diretta da Rodolfo Ruperti ha permesso di accertare più di due episodi, oltre a quelli denunciati dai due imprenditori, che avrebbero ricevuto la richiesta di una tangente durante un controllo in strada di un mezzo della loro ditta, da parte di una pattuglia della Polstrada di Palermo.
Dalle indagini è così venuto a galla il modus operandi degli agenti, pronti ad intascare soldi e a ricevere regali per cancellare multe o ridurne l’importo. Durante un controllo di routine nei confronti del furgone di un’azienda, per esempio, hanno elevato una contravvenzione che prevedeva il sequestro del mezzo ed una pesante sanzione amministrativa, nonostante i provvedimenti non fossero previsti dalla violazione contestata. A quel punto, avrebbero indotto i responsabili della società a versare loro una somma di denaro in cambio dell’annullamento del verbale e della sostituzione dello stesso con verbali di comodo nei quali veniva indicata una violazione diversa.
Ma non finisce qui. I tre avrebbero tartassato alcune ditte con controlli a raffica e ricatti. In un altro episodio avrebbero infatti ricevuto dei soldi da parte del responsabile di una ditta fermato mentre era al volante di un mezzo pesante. In base ai controlli effettuati non possedeva l’abilitazione alla guida per trasportare un determinato tipo di merce, ma gli agenti, una volta ricevuto il denaro avrebbero chiuso un occhio. I tre agenti, i cui uffici della caserma Lungaro sono stati perquisiti, si trovano adesso ai domiciliari.