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Sulla gestione dei rifiuti la Sicilia cambia ancora

Sicilia – La Giunta regionale siciliana ha approvato la nuova riforma del travagliatissimo settore dei rifiuti. Dopo le famigerate società d’ambito (Ato) che hanno creato una voragine nei conti pubblici e le mai decollate società per la regolamentazione dei rifiuti (Srr), tocca all’Autorità di Governo d’Ambito Rifiuti (Agar).
Il fallimento delle precedenti riforme del settore dei rifiuti
L’ultima riforma del settore (la legge regionale n. 9/2010) non è riuscita a riportare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti entro accettabili canoni di efficacia ed efficienza.
La Sicilia è in piena emergenza rifiuti, con discariche sature ed un sistema vicino al collasso.
Ad oggi mancano atti di pianificazione e programmazione del ciclo rifiuti e un’idonea collocazione degli impianti.
Il vigente sistema organizzativo è connotato dalla presenza di 18 Società di Regolamentazione Rifiuti, uniche strutture titolari di funzioni organizzative e di controllo del servizio, ed una moltitudine di Ambiti Rifiuti Ottimali (Aro).
La nuova riforma nel disegno di legge del governo regionale
Il ddl approvato dal Governo regionale (delibera n. 224 del 20 giugno 2018) prevede la nascita di un nuovo organismo, su base provinciale, denominato “Autorità di Governo di Ambito dei Rifiuti” (Agar).

Il testo della riforma, esitata dal Governo, è composto da 32 articoli e sarà – a breve – esaminato dall’Assemblea Regionale Siciliana.
Le scelte decisionali sul servizio saranno esclusivamente in capo all’Agar e non potranno più essere frammentate su base comunale, in forma singola o associata. Questo anche se un minimo di efficienza si è recuperata con la gestione in capo ai Comuni.
Sarà l’Autorità d’Ambito a valutare e decidere in merito alle modalità di affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Alla stessa competeranno le funzioni di organizzazione dei servizi, di scelta della modalità di gestione, di stipula del contratto di servizio e la relativa vigilanza e controllo.

Gli organi dell’autorità di governo d’ambito rifiuti
Gli organi dell’Agar sono l’Assemblea d’Ambito, il Governatore d’ambito ed il Collegio dei revisori.
L’Assemblea d’ambito sarà composta dal presidente del Libero Consorzio Comunale (ente subentrato alle vecchie province) o dal sindaco della Città metropolitana (si attende la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità della sua elezione a suffragio universale).
I membri dell’Assemblea eleggono al loro interno un presidente con funzioni di organizzazione e coordinamento dell’organo. Ogni Comune è titolare di quote associative in base ai criteri che saranno definiti dall’Assessorato regionale per l’energia ed i servizi di pubblica utilità. L’Assemblea delibererà con il voto favorevole della metà dei componenti che rappresentino almeno la metà delle quote associative.
L’Assemblea provvederà all’approvazione dello statuto e del Piano d’ambito, nonché al suo aggiornamento.
Il Governatore d’Ambito è scelto dall’Assemblea tra i professionisti esperti o dipendenti pubblici in possesso di elevata competenza ed esperienza nel settore dei servizi pubblici aventi rilevanza economica. Il rapporto di lavoro sarà quinquennale e rinnovabile una sola volta.
Il Collegio dei revisori sarà composto da tre membri, ai quali si applicherà la disciplina degli enti locali.

La determinazione della tariffa
Spetterà all’Assemblea dei sindaci, su proposta del governatore d’ambito, determinare la tariffa e le modalità di gestione del servizio, nel rispetto delle disposizioni di settore vigenti.
Questa previsione potrebbe comportare problemi di armonizzazione con la disciplina nazionale. Le Commissioni Tributarie siciliane, in vigenza delle vecchie società d’ambito hanno già annullato molti avvisi di accertamento per le delibere di determinazione delle tariffe adottate direttamente dagli Ato, senza l’approvazione del Consiglio comunale, perché allora non supportate da un provvedimento legislativo.
Ogni Ato dovrà essere autosufficiente anche rispetto agli impianti che necessitano all’effettuazione del servizio.
Il ruolo di liberi consorzi di comuni e città metropolitane
Il Governo regionale ha scelto di creare nuovi organismi su base provinciale anziché attribuire direttamente la gestione del servizio a Città metropolitane e Liberi Consorzi. La scelta comporterà dei costi aggiuntivi (personale amministrativo, collegio dei revisori, etc.) che si sarebbero potuti evitare.
Alle ex province sono state attribuite tutte le funzioni in materia di controllo periodico su tutte le attività di gestione, intermediazione e di commercio dei rifiuti, nonché le funzioni in materia di autorizzazione integrata ambientale. Città metropolitane e Liberi consorzi dovranno anche verificare e controllare preventivamente l’avvio di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti.

Personale e rapporti pregressi
Il disegno di legge si pone l’obiettivo di valorizzare l’esperienza acquisita dal personale già impiegato nel settore, istituendo uno specifico albo dei lavoratori, con due sezioni. Alla prima sezione dell’albo verrà iscritto il personale già in servizio presso gli Ato e Srr alla data del 31 dicembre 2009 ed alla seconda sezione coloro che sono stati utilizzati a qualunque titolo dopo tale data. Questo personale godrà di tutte le tutele occupazionali previste dall’ordinamento vigente.
I contratti già stipulati dalle precedenti strutture che si sono occupate di rifiuti saranno sottoposti al vaglio di Commissione tecniche regionali, che verificheranno se sono stati stipulati in conformità alla normativa allora vigente. In sede di elaborazione del Piano d’ambito verrà valutata l’opportunità di uno scioglimento anticipato del rapporto contrattuale o, qualora eccessivamente oneroso, la sua prosecuzione fino a scadenza naturale.

Osservatorio regionale dei rifiuti
Il ddl di legge governativo tende ad istituire l’Osservatorio regionale dei rifiuti che dovrà raccogliere ed elaborare i dati e le informazioni sulla gestione dei rifiuti con l’obiettivo finale di garantire il necessario scambio di informazioni tra gli operatori istituzionali.

Fonte: Quotidiano Enti Locali e PA

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