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Reddito di inclusione, al via le domande: ecco a chi spetta il sussidio contro la povertà

Via alle domande per ottenere il reddito di inclusione, la nuova misura permanente di contrasto alla povertà che potrà riguardare in prima battuta una platea di 490mila famiglie per circa 1,8 milioni di persone nel complesso. A regime, dopo luglio, la misura riguarderà una platea di 700mila famiglie per circa 2,5 milioni di persone. La misura che prevede anche un progetto personalizzato per aiutare il nucleo ad uscire dallo stato di bisogno prevede un beneficio economico fino a 187 euro nel caso di componente unico della famiglia e un tetto di 485 euro al mese nel caso di famiglia in difficoltà con almeno cinque persone.

Le prime carte Rei potranno essere riconosciute a partire dal 2018. Il progetto viene predisposto con la regia dei servizi sociali del comune che operano in rete con gli altri servizi territoriali come Asl, scuole, centri per l’impiego ecc. Ecco in sintesi a chi spetta il beneficio e le modalità di erogazione del sussidio:

Cosa prevede – Il Rei è un beneficio economico condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Viene riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un Isee non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Il Rei è compatibile con un’attività lavorativa (fermi restando i requisiti economici) ma non con la percezione della Naspi o di altri ammortizzatori sociali per la disoccupazione involontaria. Il beneficio viene riconosciuto nella misura massima ai soli nuclei privi di trattamenti assistenziali o con ISR (indicatore della situazione reddituale) nullo mentre per gli altri vengono integrate le risorse economiche fino alla soglia.

Le domande dal primo dicembre – Possono essere presentate dal primo dicembre ai comuni o altri punti di accesso identificati dai comuni stessi (in molti casi ai municipi in cui sono suddivisi i servizi sul territorio). I comuni invieranno le informazioni all’Inps entro 15 giorni. L’Istituto una volta controllati i requisiti potrà riconoscere il diritto previo però la firma del progetto personalizzato.

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