Politica

“Enna e la politica”, l’editoriale di Mario Antonio Pagaria

Le dimissioni dell’ormai ex vicesindaco Angelo Girasole hanno finito di sancire l’infinita serie di contraddizioni che portarono all’elezione del Sindaco Dipietro. Si trattó, va ricordato, di un cartello elettorale che ebbe come unico collante, non certamente politico,  né culturale,  l “anticrisafullismo” . Un coacervo di soggetti provenienti da tutte le esperienze politiche, ovvero ex finiani, ex berlusconiani e berlusconiani, lombardiani, ex socialisti, ex piddini  ora rientrati, ex margheritini, con l’appoggio risolutivo e determinante dei Cinque Stelle e  con l’aiuto dei franchi tiratori del Pd o Ed, così come aveva battezzato la coalizione , per sfuggire a coloro i quali non intendevano candidarlo, Vladimiro Crisafulli. Tutti uniti al grido di “Enna libera” da chissà quale mostro o meglio dal mostro che essi stessi avevano generato in una sorta di sindrome di Stoccolma, ovvero , Lui, il grande capro espiatorio, il Vladimiro, a loro dire,  in odor di mafia, il Vladimiro che a loro dire, aveva demolito, distrutto, la città di Enna.

Ma era l’astensionismo che faceva vincere, per una manciata di voti, quella coalizione di comodo. Era l’astensionismo, ovvero la significazione del malessere sociale e politico nel quale versano e versavano migliaia di ennesi, ormai (e ancora oggi) stanchi, esausti delle personalizzazioni di una politica che negli ultimi 30 anni non ha saputo né voluto costruire nulla. Eh già, perché, bisogna dirlo senza nascondersi dietro il dito: quanti di coloro che combattevano Crisafulli, erano stati organici e funzionali alla sua corte? Quanti di questi, avevano ricevuto da egli incarichi e prebende dappertutto? . Ma Crisafulli, non poteva dare tutto a tutti e qualche nemico doveva pur farselo. E Crisafulli si fece tanti, tantissimi nemici, al punto tale che la Storia della quale egli pensava essere stato l’incontrastato ed infallibile demiurgo, non riuscì più a controllarla.

E un bel giorno avvenne la presa della Bastiglia e i vari Robespierre iniziarono a farla da padroni. E nacque un nuovo Regime, con una propria informazione, spesso sgrammaticata, ma efficace, perché letta in maniera prevalente, nei principali e unici  luoghi di aggregazione cittadini, i bar (Eco docet) e le barberie. E si giunse al punto di dire e scrivere che tutto ciò che si faceva ad Enna, aveva valenza nazionale: “Enna, capitale della cultura, Enna, capitale dell’urbanistica innovativa, Enna con un piano traffico eccezionale, Enna, con installazioni architettoniche da paragonare a Parigi etc.

Oggi, improvvisamente, ma non tanto, l’ex vicesindaco si dimette e, quel che fa pensare, è l’assurdo, nessuno dei suoi compagni di partito alza un dito per difenderlo, per difendere le sue (per la prima volta) giuste istanze. . Forse perché già pregustano la successione? Nel contempo i Cinque Stelle chiedono le dimissioni del Sindaco ma sono consci che egli non si dimetterà mai. Dal fronte Pd giungono voci che,  se dovessero concretizzarsi, darebbero ulteriormente agli ennesi la prova del livello della attuale classe dirigente. Sembrerebbe infatti che un alto  dirigente del Pd medesimo, forte della maggioranza relativa di  quattro consiglieri , si preparerebbe ad imporsi quale  vicesindaco e, chiaramente, a tenere in iscacco il Sindaco, costringendolo ad amministrare secondo le proprie direttive. Uno, insomma, che di fatto, farebbe il Sindaco. Ma ci starebbe Dipietro? Noi pensiamo di si.

Un Sindaco che viene eletto con i voti delle Destre, che successivamente acquisisce la tessera numero uno del partito di Renzi ((dicesi Renzi) per tornare a governare con le Destre medesime,  sarebbe capace, pur di sopravvivere politicamente, di questo ed altro. E nel frattempo la Cittá langue e gli ennesi si lamentano. Chissà quale sarà il prossimo tema da trattare nei bar o nelle barberie. Ma ora si avvicina Natale e dobbiamo pensare ai poveri, magari con un bell’atto  di presenza ( avallato da qualche prete?) presso la casa di riposo, al carcere o nell’ormai decadente ospedale. Beh, ci rimane l’universita  che fortunatamente fa muovere un po’ di vera cultura e di economia, però soltanto ad Enna bassa, perché Enna alta sembra l’abbiano dimenticata tutti. Ma non dimentichiamo: c’è ancora il nemico da battere, quel famoso Crisafulli che non ha più nessun incarico politico ma che è riuscito (non da solo certamente) a far eleggere un deputato regionale. Speriamo che il neoeletto presidente Musumeci, pur non avendo in Giunta gente di Enna, faccia qualcosa per rilanciare questa povera Città. Ma ora ci sono i “populisti” da combattere. Evviva i moderati, abbasso il giustizialismo e la Magistratura. Mario Antonio Pagaria

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