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Politica: alle prossime elezioni politiche torna il simbolo della “Democrazia cristiana”

Manna dal cielo per i nostalgici. Reduci che si rimettono insieme per riportare in vita la Balena bianca. E se il vintage può andar bene sulle passerelle, perché non dovrebbe anche sulla scheda elettorale? E così, a quanto pare, alle prossime elezioni Politiche chi lo vorrà potrà tornare a votare “Democrazia cristiana”.

Storia di un eterno ritorno di cui è costellata la storia della Seconda Repubblica. Eppure questa volta pare che si faccia sul serio: perché è esattamente di questo che ieri ad Arcore sono andati a parlare il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa e il presidente di Rivoluzione cristiana, Gianfranco Rotondi. Ricevendo la benedizione di Silvio Berlusconi (davanti al “notaio” Niccolò Ghedini). E anche se ieri non era fisicamente presente, dell’operazione fa parte anche Clemente Mastella che con il leader di Forza Italia ha già avuto modo di parlarne in separata sede. “Sarebbe auspicabile. Esistono le condizioni – dice l’attuale sindaco di Benevento – per creare qualcosa in grado di tenere insieme chi rivendica questa appartenenza da anni”.

Non è il primo tentativo del genere negli ultimi anni e nemmeno negli ultimi tempi. Basti pensare all’attivismo di Ciriaco De Mita, ora sindaco di Nusco, che da mesi va promuovendo in giro per l’Italia convegni per tentare di riaprire le porte di quella casa caduta in rovina dopo Tangentopoli. Perché allora questa dovrebbe essere la volta buona? Perché – viene spiegato – proprio a Gianfranco Rotondi sarebbe stata recapitata una sentenza di notifica che gli attribuisce irrevocabilmente l’uso del simbolo della Dc. Altra controversia che negli ultimi anni è entrata e uscita a ripetizione dalle aule dei tribunali.

Ma, assicurano i promuovendi, non sarà una parata di vecchie cariatidi né un contenitore di reduci inconsolabili. L’idea è quella di lanciare con il simbolo più ‘polveroso’ che si possa immaginare – quello dello scudocrociato – solo volti nuovi e molto “rosa”. “Il ritorno della Dc – spiega interpellato da Huffington Gianfranco Rotondi – ha senso soltanto a due condizioni: la prima è che sia aperta a tutti quelli che in questi anni hanno rivendicato l’appartenenza alla Dc senza alcuna esclusione o pretesa di primazia, la seconda è che la lista non sia formata da vecchie glorie ma da giovani e donne. Così si risponde davvero alla richiesta di impegno dei cattolici che è stata fatta da Papa Francesco”.

Berlusconi, viene spiegato, ha affidato ad Alessandra Ghisleri il compito di testare il “valore” che il simbolo scudocrociato può avere sugli elettori. Il Rosatellum che il Parlamento si accinge a votare, d’altra parte, rende molto utili per le coalizioni anche i partiti che non dovessero raggiungere il 3%.

Lorenzo Cesa spiega che non c’è nessuna intenzione di “fare testimonianza” né operazioni nostalgia che sarebbero “velleitarie” perché “la Dc è irripetibile”. “Noi – sottolinea – vogliamo riaggregare un mondo liberal-popolare e collocarlo nel centrodestra, essere insieme a Fi una forte presenza del Ppe in Italia. C’è un 50% di quell’elettorato che non va più a votare, noi vogliamo riavvicinarli sulla base dei nostri valori cattolici”.

Fonte: Da “Huffington Post” del 19 ottobre 2017 – di Barbara Acquaviti

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