Eventi

Pietrangelo Buttafuoco incanta il pubblico di Leonforte con “I baci sono definitivi!”

Buttafuoco e Incudine

   Nella splendida Villa Bonsignore di Leonforte, Pietrangelo Buttafuoco, gradito ospite al Nido d’Argento, casa di riposo per anziani fondata da Fabrizio Buttafuoco e Salvo Campione, pur non nascondendo l’emozione di ritrovarsi nel paese dei suoi amati genitori, ha incantato il pubblico di Leonforte con un magistrale racconto delle storie della vita dei pendolari tratte dal suo ultimo libro I baci sono definitivi.

   In questi brevi racconti fatti “cunto” di “incontri straordinari, storie d’innamorati, struggenti malìe, canzoni, dediche ed epiche vissute tra i sedili, i corrimani, le scale mobili e i nodi delle stazioni della metropolitana”, Pietrangelo Buttafuoco è stato accompagnato da Antonio Vasta alla fisarmonica e dall’appassionato canto e la chitarra di Mario Incudine, che, al termine della sua esibizione di cantastorie e artista multiforme, per omaggiare e ringraziare per l’ospitalità il paese di Leonforte, ha confessato di aver composto le sue più belle musiche nella piazza antistante la Gran Fonte.

   Un intreccio ben riuscito di poesia e musica, lo spettacolo condotto da Buttafuoco, Incudine e Vasta, che ha tanto entusiasmato gli invitati e il numeroso pubblico presente.

    L’assessore alla cultura Rosa Elena Pedalino e il vice sindaco Rosa Maria hanno annunziato che alla manifestazione della XXXVI Edizione del premio letterario “Città di Leonforte” 2017 sarà conferito a Pietrangelo Buttafuoco, come l’anno scorso a Mario Incudine, il premio alla Sicilianità “quale personalità, che, con la propria attività culturale, opera e impegno, si è distinto particolarmente per il rinnovamento di una Sicilia alternativa”.

    Quale conferma della collaborazione tra pubblico e privato già avvenuta con la concessione della Villa Bonsignore per scopo terapeutico degli anziani del Nido d’Argento, Fabrizio Buttafuoco ha comunicato che nel prossimo mese di settembre Buttafuoco e Incudine, per il piacere e il divertimento dei leonfortesi, proporranno un altro spettacolo tratto dal libro Il dolore pazzo dell’amore in questi ultimi mesi portato in giro in tutta Italia, fra non molto anche a Toronto (in Canada).

   Quella di Pietrangelo Buttafuoco è stata un’incantevole lettura di spaccati di vita pieni di emozioni e tanta poesia, che per dizione ricorda un Carmelo Bene in splendida forma e per fraseggio  i versi ispirati da Cyrano De Bergerac,  di racconti di amori gracili: “Amori dai quali ci si lascia trasportare, che sono gracili, momenti di vita che non sono giorni o notti ma istanti senza struggimenti, senza sfinimenti ma sempre affamati e insaziabili… e tra  pendolari ci sono Goethe e Charlotte. Lei ha fame, lui non più…E lei dice a lui;”Ti restituisco i baci, terrò tutti i rimpianti”; di chi per riuscire, è costretto ad andar via: “C’è sempre chi, per essere, deve andarsene via” ha detto il sorriso alla lacrima in un sussurro per non farsi sentire dalla Regina e dal suo Cavaliere. Ma il pensiero, come al solito, ha voluto dire la sua. A sproposito, e ad alta voce-“ C’è sempre chi per vivere è costretto a vivere”- facendo smarrire nella tristezza i due, ormai separati: lui a terra e lei in piedi, per scappare via”; di occhi inchiodati nel definitivo perdersi dei pendolari:“Un uomo e una donna si piantano gli occhi addosso. Come in un duello: lui andando via. Lei, arrivando. Attraversando in senso opposto la stessa porta… Ritrovandosi l’uno di fronte all’altra lui si prende lei e lei si porta dentro lui, ma solo per un tic tac. Lui non sa fermarsi. Lui resta nel “troppo tardi” e lei se ne vola via nel “mai più”. Inchiodandogli per sempre gli occhi. Negli occhi di lui, nel definitivo perdersi dei pendolari”.

   Il racconto di chi parte e l’altro resta, di schiaffi che sono baci: “Uno parte e l’altro resta…E’ un romanzo sempre nuovo quello offerto nelle banchine in attesa. E’ un divertimento spiarne i grovigli sentimentali. E gli schiaffi sono baci … Questa la scena: lei lo prende a ceffoni e ride. Lui che un poco si mette a riparo e un poco non ce la fa più dal ridere. Uno parte. L’altra resta.”

   Il racconto del funerale del padre, il più emozionante e bello. Appassionato, carico d’amore verso i figli, la famiglia, la propria origine, per “mettere radici” che è poi la prova che anche i suoi due figli sono diventati uomini, hanno raggiunto la “solidità del vivere” e compreso il significato del morire :” Mettere radici è quel farsi le spalle. Le spalle dove loro hanno portato un bel potente tronco, quella bara”.

   Il racconto da cui scaturisce il titolo del libro (il primo, può anche essere ultimo, perché il libro non ha pagine numerate), di “una donna seduta in metropolitana – alla fermata Colosseo, a Roma – sfodera un tatuaggio sontuoso e assai impegnativo…Che allo stupore dell’amica rivela che” è solo tinta di henné, se ne va via” perché “io non voglio nulla di definitivo sul mio corpo”. Al ché un uomo seduto vicino a loro si prende la libertà di parlare per dire: “a eccezione dei baci. I baci sono definitivi“.

Giuseppe Sammartino

In alto