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Il PD rottama Crocetta: avanti con il “civismo” e le intuizioni di Orlando

lupo rosato orlando

Strada sbarrata alla ricandidatura di Rosario Crocetta e dialogo a campo aperto con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.Ettore Rosato, capogruppo del Partito democratico alla Camera, sceglie la frescura di Baida, sui monti che circondano Palermo, per scrivere la parola fine sugli ultimi cinque anni di centrosinistra alla Regione targati Crocetta e aprire la nuova fase che dovrà portare alle urne di novembre. La domanda all’incontro organizzato dai dem è secca (“L’esperienza di Rosario Crocetta può dirsi chiusa?”) e la risposta lo è altrettanto: “Direi di sì. Si è chiusa con luci e ombre – spiega Rosato – con cose che hanno funzionato e altre un po’ meno”. Con buona pace delle velleità di riconferma avanzate da tempo dal governatore.

E allora spazio a nuove formule per cercare di contrastare l’avanzata del Movimento cinque stelle: “Ci vuole discontinuità – è la ricetta di Rosato – e l’eleganza di una coalizione ampia che prenda atto dell’esperienza che c’è stata e che parta proprio da Palermo, dalla capacità di Leoluca Orlando di aggregare forze politiche, anche eterogenee per fare la stessa cosa alla Regione”.

Musica per le parole del sindaco di Palermo, che fa sponda sottolineando la necessità di “ripartire da un’assoluta discontinuità con il governo regionale e con Crocetta”. La formula è quella che il sindaco di Palermo ha anticipato anche in una intervista al mensile ‘S’: basta con le “ingerenze” di Confindustria, sì a una Regione che guardi ai bisogni primari come la casa e il lavoro, oltre che alle imprese. I tempi stringono e Orlando annuncia un incontro per il 10 luglio con i rappresentanti della coalizione che lo ha sostenuto alle Amministrative dell’11 giugno: “Li inviterò ad avviare un percorso di proposta programmatica”.

E’ quel “campo largo” di centrosinistra che prende forma sotto la regia anche del deputato regionale dem Giuseppe Lupo e così tutto appare chiaro già leggendo il titolo dell’incontro di Baida: “Dall’esperienza di Palermo alle elezioni regionali’. L’esito del voto dell’11 giugno “dimostra che il centrosinistra e i moderati uniti dalla condivisione di un programma rappresentano una coalizione vincente e ciò vale anche per le prossime elezioni regionali”, recita il vicepresidente dell’Ars che poi ritorna in pressing su Grasso: la migliore candidatura che la Sicilia possa augurarsi per le prossime Regionali “è quella del presidente del Senato”, dice.

Non ci sono i centristi, così come una parte della sinistra, ma in sala ascoltano la capogruppo all’Ars Alice Anselmo, l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici e il segretario regionale Fausto Raciti; seduti al tavolo, oltre a Rosato e Orlando, anche la segretaria regionale di Sinistra Italiana, Bianca Guzzetta, il leader di Sicilia Futura Totò Cardinale e il socialista Carlo Vizzini.

Il grande regista dell’operazione è sempre Orlando, che nell’attesa di una risposta definitiva traccia la linea da seguire sul modello Palermo:  “Qui abbiamo praticato il ‘civismo politico’ – ancora il sindaco, ieri a Santi Apostoli per la manifestazione di Giuliano Pisapia -. Abbiamo costruito un campo largo su un programma chiaro di cose fatte e da continuare a fare”. Poi l’avvertimento: “Con un percorso programmatico possiamo chiedere a Grasso, che dirà di no, di candidarsi, o a un simil Grasso di scendere in campo”. Senza queste precondizioni, secondo il sindaco di Palermo, “non c’è candidato che tenga”.

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