Cultura

Gli artisti del circolo Talia Gallier Art di Leonforte hanno discusso di libertà nell’arte

Talia

   All’appuntamento mensile al Talia Gallier Art di Leonforte dedicato all’arte e agli artisti in generale, venerdì 7 luglio appena trascorso, alla presenza di alcuni pittori, scrittori, poeti, musicisti, artigiani, è stato discusso il tema della libertà nell’arte.

   L’incontro è stato presieduto dalla dinamicissima Giusy Grasso, brava pittrice di arte contemporanea e figurativa, per la quale l’arte “è un insieme di fantasie e di emozioni che si concretizzano e si proiettano verso diverse forme e aspetti, liberamente e senza nessun condizionamento”, mentre oggi, bombardati dai social network, se ne fa poca.

   Si è parlato della difficoltà di essere artisti in un difficile contesto sociale che condiziona e imprigiona l’individuo uniformandolo alla massa. Durante la discussione è sorto il problema se effettivamente ci si può definire artisti, giacché oggi tutti abbiamo i mezzi, e la moderna tecnologia lo permette, per creare qualsiasi oggetto d’arte, ma questo  non significa che siamo veramente artisti. In altri termini, ci si è chiesti se siamo o non siamo liberi di esprimere, di creare emozioni, che è il compito e la funzione di qualsiasi forma d’arte.

   Diversi sono stati i pareri al riguardo, ma tutti concordanti sul fatto che l’arte esprime emozioni.

   Per il pittore Pino Calì tutti siamo artisti, l’importante è essere liberi di esprimere la propria arte e in questo senso i più liberi sono i bambini perché non hanno e non si pongono limiti alla loro espressione artistica. La loro arte è libera, spontanea, non sono condizionati dall’ambiente, dai mass media. Per Calì i veri artisti sono quelli Naif.

   Per il pittore Gaetano Provitina i bambini sono liberi, però prima devono imparare la tecnica come ha fatto Picasso, che all’età di quattro anni “dipingeva come Raffaello”. Il cervello elabora, altrimenti si va per tentativi. Il vero artista è colui che fa quello che ama e sa fare.

   Per Ornella Salamone, esperta artigiana di lavori in metallo e microfusioni a cera persa,  i veri artisti sono pochi giacché con la tecnica si possono produrre i prototipi. Il mondo esterno influenza molto la creatività.

   Per il poeta-scrittore Pasqualino Pappalardo l’artista è multiforme. Il suo è uno stato di sofferenza e se è un vero artista rifugge dalla tecnologia.

   Per Giuseppe Iannizzotto di San Michele di Ganzaria il vero artista è colui che denuncia le ingiustizie e i limiti della società e nell’era della comunicazione, manca, per l’appunto, la comunicazione.

    Per la pianista Anna Maria Gervasio di Linguaglossa, esperta in multimedialità, con una esperienza artistica a livello internazionale, l’artista è colui che trasmette l’arte agli altri, ovvero un messaggio di emozioni.  A suo dire, la tecnica ci è di aiuto, ma è una macchina che serve soltanto a produrre l’arte. Lei quando suona il pianoforte esprime i suoi sentimenti d’amore e di bellezza.

   Per il poeta Carlo Salamone l’artista deve sempre tener conto del pubblico a cui si rivolge. Tuttavia, il pensiero dell’artista deve esser libero, altrimenti annulla il suo Io, la sua creatività.

   Per lo scrittore Giuseppe Sammartino il vero artista è colui che nel momento in cui compone oltrepassa il limite della propria temporalità e raggiunge uno stato di estasi irripetibile mai uguale.

   Per l’archeologa Marilisa Lo Pumo il vero artista è colui che esprime non solo le sue emozioni, ma anche la sua provocazione, specialmente in un periodo in cui le arti sono sottovalutate e c’è un totale abbandono delle opere archeologiche.

   Alla riunione hanno preso parte Antonio Signorello, scenografo al Bellini di Catania, Giuseppe Inserra di Marianopoli, Rocco Paci e Patrizia Lanzafame di Mazzarino, Antonio Conti di Leonforte, Guido Lo Giudice di Caltagirone, Simona Scicchitano di Maida, Leandro Lo Mastro di Caltagirone, Pietro Cuccia di Agira, Giuseppe Arpa di Catania, Antonio Campagna d Nissoria.

Giuseppe Sammartino.

In alto