Politica

Enna: “votiamo secondo coscienza”, l’editoriale del Direttore Mario Antonio Pagaria

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Quanto sta accadendo ad Enna in queste giornate balneari sfiora il grottesco. Voci e “rivoci” che si rincorrono sugli organi di stampa e che darebbero certo un ricompattamento del cartello politico “civico” e  sottolineamo, “civico”, che,  in una sorta di fobia specifica situazionale collettiva suonava la carica della cavalleria, contro il “mostro” , contro il “fautore” di tutte le disgrazie ennesi, ovvero l’odiato barone rosso, con il quale molti dimenticano di aver, quanto meno, trattato secondo il vangelo “Cencelli”. Ma abbisognava un capro espiatorio che consentisse di gridare come forsennati tra le amene e oggi ancora sporche, oltre che d’immondizia, di compromesso, vie del centro, un liberatorio “Enna libera” . Già, Enna libera, ma da chi? Ma da cosa? Forse dal compromesso medesimo e dalle clientele oggi più vive che mai? Da un Comune i cui uffici oggi non funzionano più che mai? Da un traffico veicolare che oggi è più ingarbugliato che mai? Da una miriade di altri problemi sociali? Unica nota positiva i cittadini che stanchi e stremati dall’impasse dell’inefficienza pubblica si organizzano in comitati di quartiere con i soliti noti pronti a cavalcare qualsiasi avvenimento, anche religioso. E si improvvisano anche garanti del cattolicesimo, dimenticando talvolta che i loro leader hanno votato e propongono leggi che la Chiesa, per dirla dolcemente, “non accetta”. Su questo la gente è chiamata a riflettere. Si possono scegliere rappresentanti locali i cui comportamenti sono, a seconda della convenienza, in un contesto di un determinato tipo in un modo è in un altro  contesto contemporaneamente l’esatto opposto? Ma dove sono andati a finire Moro, Berlinguer e Almirante? Ma che razza di politica è mai questa? Ma quali personaggi al governo e all’opposizione? Dov’è Napoleone Colajanni? Personaggi che minacciano gli uomini liberi di espulsione da un Partito che ormai è un barcone che fa acqua da tutte le parti solo perché parlano di sfiducia? Ma perché si fanno minacciare? Perché non vanno via? È la sfiducia? Non bisogna farla per forza. Che li lascino governare tutti insieme. Alla violenza politica non si risponde con la violenza politica ma si lascia correre, si lascia tutto all’inesorabile forza dell’inerzia, al fato, che ineluttabile e inesorabile condanna o assolve. Il tempo è il miglior medico. Ma i cittadini da questi fatti imparino, traggano le proprie conclusioni e a suo tempo, sappiano ben usare la matita copiativa ricordando di non delegare o mai rinunciare al proprio diritto di voto. Le clientele, i capi, i leader e “liderini” sono destinati a scomparire. Non è vero che non cambia nulla. Prima o poi tutto questo finirà. Cominciamo a pensare bene prima di votare per le prossime elezioni regionali e poi per le politiche. Smettiamo di frequentare le segreterie dei politici e mercanteggiare il voto, votiamo secondo coscienza. Forse cambieremo questa società.

Mario Antonio Pagaria

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